Dazi, cala del 20% il made in Italy sulle tavole Usa

A un mese dall’avvio dei dazi Usa sui prodotti europei si registra un -20%  sulle vendite dei prodotti agroalimentari made in Italy negli Stati Uniti.
Coldiretti traccia un bilancio degli effetti delle misure scattate, il 18 ottobre scorso, contro una lista di beni europei  e made in Italy che hanno colpito molte delle più note specialità tricolori, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dall’Asiago al Gorgonzola fino alla Fontina ma anche salumi, agrumi, succhi e liquori.  Si stima un calo del 20% dell’export verso gli Stati Uniti.

Il mercato Usa è il principale sbocco per l’export agroalimentare made in Italy fuori dai confini europei: “con un balzo del +12,7% nei primi otto mesi del 2019 dopo che lo scorso anno si era registrato il record per un valore di 4,2 miliardi”, afferma Coldiretti.

“Nella black list decisa dalla Rappresentanza Usa per il commercio (Ustr) ci sono complessivamente beni alimentari italiani per un valore all’esportazione di circa mezzo miliardo di euro, colpiti da aumenti tariffari aggiuntivi che hanno provocato il rincaro dei prezzi al consumo. Il dazio per il Parmigiano Reggiano e per il Grana Padano ad esempio è passato – spiega la Coldiretti – dagli attuali 2,15 dollari al chilo a circa 6 dollari al chilo. Il risultato è che il consumatore americano lo dovrà acquistare sullo scaffale ad un prezzo che sale dagli attuali circa 40 dollari al chilo ad oltre i 45 dollari.

“L’amministrazione Trump ha peraltro minacciato di avvalersi – sottolinea la Coldiretti – della cosiddetta regola del “carosello” (carousel retaliation), che le consentirebbe di modificare periodicamente la lista dei dazi e la percentuale: dopo i primi 120 giorni e successivamente ogni 180 giorni, aumentando il grado di incertezza per gli Stati Membri Ue”.

 

 

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