L’Italia in etichetta vale 6,3 miliardi
Il Made in Italy sulla confezione condiziona gli acquisti dei consumatori registrando, nel 2017, oltre 6,3 miliardi di euro di sell-out, con un incremento del 4,5% equivalente a circa 274 milioni di euro.
L’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy ha analizzato le caratteristiche rilevate in etichetta e sul packaging di oltre 60mila prodotti del mondo food che riportano i claim “Made in Italy”, “product in Italy”, “solo ingredienti italiani”, “100% italiano” e indicazioni europee, la “bandiera italiana” e il nome della regione di riferimento.
Secondo la ricerca che ha riguardato il canale di ipermercati e supermercati, nella classifica dei trend di crescita – escludendo Igp, Dop, Docg e Doc – al numero uno si posiziona il claim “100% italiano“, con 5,2 prodotti alimentari su 100 e il 7,4% sul totale alimentare: lo slogan, nel 2017, ha visto un incremento delle vendite del 7,8% rispetto all’anno precedente, grazie soprattutto a formaggi – in particolare mozzarella e crescenza – prodotti avicunicoli e latte.
Bilancio 2017 molto positivo anche per le indicazioni geografiche riconosciute e tutelate dalla Unione Europea: nell’Igp il traino è rappresentato dai salumi, nei Doc e Docg da vini e spumanti e nei Dop dai formaggi.
Il simbolo più utilizzato sul pack è quello con un impatto più immediato ovvero la bandiera italiana, presente sul 14,3% dei prodotti alimentari, a cui si deve il 13,8% del giro d’affari totale dell’alimentare confezionato.
Per quanto riguarda l’aspetto regionale, nella terza edizione dell’Osservatorio Immagino, il Trentino-Alto Adige guadagna il podio e si conferma la regione più valorizzata sulle confezioni: è presente su 672 prodotti, pari all’1,1% dell’offerta complessiva del largo consumo italiano, che generano un giro d’affari di oltre 241 milioni di euro, +0,9% di incidenza. La crescita annua delle vendite è del 4,8% rispetto al 2016.
È la Puglia la regione che ha messo a segno il dato più importante dei trend di vendita, registrando un +17,7% rispetto al 2016, seguita da Toscana (+13,9%) e Piemonte (+11,6%).