Cioccolatitaliani, lo Starbucks del Bel Paese
Vincenzo Ferrieri, ceo di Cioccolatitaliani ha 33 anni. Fa parte della nuova generazione di imprenditori italiani: competenti e con la voglia di fare squadra. Con il suo nuovo modo di “vivere” il cioccolato ha conquistato, fino a oggi, oltre quattro milioni di clienti.
Da nove anni Ferrieri è al timone di un’azienda che vuole essere un marchio di qualità riconosciuto a livello globale ed esportare un’idea nuova di ristorazione. Ex bocconiano, nel 2009 apre il primo flagship a Milano e oggi, con 33 punti vendita in sette Paesi, fattura oltre 48 milioni di euro, con un ebitda che supera il 15%.
La sua azienda dà lavoro a circa 680 persone, il 40% donne di cui il 70% store manager. Nel 2016 lancia il progetto From Bean To Bar live creando una fabbrica del cioccolato a vista che permette al cliente di controllare tutte le fasi della produzione, dalla fava di cacao alla tavoletta. Recentemente ha firmato un accordo di finanza strutturata con Banca Ifis ottenendo 5 milioni di euro da dedicare esclusivamente all’apertura di nuovi store. I suoi obiettivi? Rimanere un’azienda retail, avere l’80% dei punti vendita all’estero e gestire nuovi brand. Il suo sogno? Far diventare Cioccolatitaliani lo Starbucks del Bel Paese.
Come nasce Cioccolatitaliani?
L’azienda nasce nel 2009 con l’idea di entrare nel settore della gelateria, nove anni fa era l’epoca di Grom, operatore punto di riferimento al quale mi sono ispirato. Spaventato dalla stagionalità del gelato ho deciso di creare un brand attorno al mondo del cioccolato, declinato in gelateria, pasticceria, caffetteria, design e cucina. Tutto è iniziato in via De Amicis a Milano dove, nel locale in cui prima sorgeva un Mac Donalds, ho aperto il mio primo punto vendita.
Da questo spazio fortemente esperienziale e innovativo – per quel periodo storico – ho iniziato a intercettare i principali trend di mercato…
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