Bergamo, Città Creativa Unesco grazie al caseario
L’Unesco ha riconosciuto a Bergamo la sapienza dell’arte casearia del territorio con 30 produzioni storiche, nove Dop e tre presidi Slow Food.
Bergamo è Città Creativa Unesco per la gastronomia, riconosciuta come “laboratorio di idee”, capaci di costruire “un contributo tangibile al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile attraverso pensieri e azioni innovativi”.
La città orobica entra così nella rete delle 66 nuove città grazie al valore della produzione casearia del suo territorio montano, il secondo riconoscimento dopo quello delle Mura che cingono Città Alta, inserite nel 2017 nella lista del Patrimonio Mondiale insieme alle fortificazioni veneziane di altre cinque città.
A dare sostegno e impulso al titolo insignito a Bergamo è stata anche la kermesse Forme dedicata all’arte casearia italiana e mondiale con il debutto italiano, quest’anno, dei World Cheese Awards.
«Con l’obiettivo di promuovere l’eccellenza casearia locale e nazionale per creare il primo progetto di sistema del settore lattiero-caseario nazionale, è stato naturale per Forme sostenere questa candidatura. Siamo molto fieri del successo ottenuto dalla città e dal suo territorio» ha dichiarato Francesco Maroni, presidente di Forme.
Le città creative dell’Unesco salgono così a 246. Le altre città italiane italiane sono Bologna (musica), Fabriano (artigianato e arte popolare), Roma (cinema), Parma (gastronomia), Torino (design), Milano (letteratura), Pesaro (musica), Carrara (artigianato e arte popolare) e Alba (gastronomia). Da oggi anche Biella si unisce al novero delle Città Unesco grazie al suo artigianato tessile, mentre Como e Trieste – che pure erano candidate – non hanno trovato l’approvazione della Direttrice Generale dell’Unesco M.me Audrey Azoulay, cui spettava il giudizio finale.