Fratelli La Bufala dopo il rebranding conquista le capitali
Per il format di food retail campano Fratelli La Bufala restyling della comunicazione e di tutti i ristoranti e un piano di nuove aperture in Italia e all’estero.
Da 15 anni, Fratelli La Bufala, catena di ristorazione fondata da Geppi Marotta, sfida omologazione e cibo standardizzato portando in Italia e all’estero la cultura gastronomica campana. Sin dal suo debutto sul mercato, il marchio ha puntato a dare un’immagine di sé legata alla genuinità dei prodotti della terra e alla cucina semplice, con l’obiettivo di portare nel mondo la mozzarella di bufala, la carne di bufala e la pizza napoletana.
Da Napoli a Londra e da Roma a Miami, sono 63 i ristoranti Fratelli La Bufala nel mondo – in parte di proprietà e in parte franchising – presenti su strada, all’interno di centri commerciali e negli aeroporti. L’ultimo ad aprire i battenti, in ordine temporale, è stato il locale di Dubai: un’acquisizione che si colloca nel processo di internazionalizzazione del marchio e ha come obiettivo la presenza diretta nelle principali capitali europee ma anche in Medio Oriente.
Il gruppo A Cento, proprietario del format Fratelli la Bufala e di altri marchi del food come Mamma Oliva, Vulkania e Baobab, ha chiuso il 2018 con un fatturato di circa 30 milioni di euro per i ristoranti diretti.
Giovanni Galbiati (nella foto), il manager milanese che si è trasferito a Napoli e da un anno e mezzo guida il gruppo, ha raccontato a MAG la nuova strategia retail di Fratelli La Bufala che valorizza le città e le capitali europee con aperture urbane selezionate e l’introduzione di flagship restaurant, come il Fratelli La Bufala LAB milanese, in Largo Corsia dei Servi.
Un milanese che è andato a vivere e lavorare a Napoli…
Si, sono nel capoluogo partenopeo da un anno e mezzo circa. Precedentemente ho lavorato molti anni nella moda, nel Gruppo Versace, più all’estero che in Italia.
Food e fashion, cos’hanno in comune i due mondi?
Il food sta vivendo il momento d’oro cavalcato anni fa dalla moda, almeno per quanto riguarda il retail.
Ci dà qualche numero di Fratelli La Bufala?
I punti vendita sono 63, la metà dei quali gestiti direttamente, si tratta generalmente di hub principali, gli altri invece in franchising. Il brand dà lavoro a circa 650 dipendenti. I locali sono aperti sette giorni su sette e contano tutti più o meno tra i 100 e 120 coperti, in uno spazio di circa 250 mq.
E il business?
Il gruppo – che comprende anche altri marchi del food come Mamma Oliva, VulKania e Baobab – ha chiuso il 2018 con un fatturato di circa 30 milioni di euro per i ristoranti diretti, che raddoppia se consideriamo anche i ristoranti in franchising, e un ebitda di 3,5 milioni di euro.
Investimento diretto o ricorso a fondi?
Attualmente tutti gli investimenti in corso sono sostenuti dalla società.
Come descriverebbe il format?
Genuinità dei prodotti e cucina tradizionale sono i principi ispiratori di Fratelli La Bufala che sfida omologazione e cibo standardizzato portando oltreconfine l’autentica cultura partenopea. L’innovazione dell’idea imprenditoriale sta nel porsi come ambasciatore della pizza napoletana a livello internazionale, attraverso una rete di ristoranti con un’identità comune, pur mantenendo ciascuno la propria unicità.
Avete appena concluso il rebranding?
Abbiamo individuato degli elementi fondanti dell’identità di marca, oggi riattualizzati e sviluppati come vettori della nuova strategia di comunicazione: fratelli; la bufala e pizzaioli nel mondo. Il restyling dello storico locale di Napoli Mergellina, nel 2018, ha segnato l’inizio di un nuovo corso e la nascita dei flagship store, Fratelli La Bufala LAB.
Di che cosa si tratta?
I flagship store LAB puntano a essere presenti in posizioni strategiche, spesso nel centro delle capitali, hanno una maggiore cura dei dettagli e un forte legame col territorio nel quale si collocano, sia per quanto riguarda l’offerta gastronomica che per l’interior design. Qui è possibile degustare diversi tipi di mozzarelle di bufala provenienti da Aversa, Battipaglia e Caserta. Assolutamente raccomandata la selezione di salumi e formaggi di bufala da accostare a focaccia calda, miele e composte, così come i secondi a base di carne di bufala.
Uno dei primi LAB è a Milano?
Si, si tratta del primo locale aperto nel capoluogo lombardo, nel 2012. Inizialmente master franchisee e poi diretto, ora il ristorante di Largo Corsia dei Servi è…
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