Fipe: “Senza cene di Natale e Capodanno, danno da 720 milioni

Dicembre non è un mese come gli altri nè per il commercio nè per la ristorazione: tra pranzi e cene da solo vale 7,9 miliardi di euro.

In gioco, quindi, ci sarebbe circa il 20% dei fatturati di un anno per l’horeca, secondo Fipe-Confcommercio.

Lo scorso anno 4,9 milioni di italiani hanno trascorso il 25 dicembre in uno degli 85mila locali aperti per l’occasione, spendendo 270 milioni di euro in tutto. A questi si aggiungono 445 milioni di euro spesi a Capodanno da 5,6 milioni di persone per il cenone. Sommando le spese si arriva a un totale di quasi 720 milioni di euro.

“È evidente – sottolinea Claudio Sadler, chef stellato dell’omonimo ristotrante di Milano – che non possiamo rinunciare agli incassi di dicembre. Per i miei locali le feste rappresentano il 25% del mio fatturato annuo. Se davvero il governo pensa sia più prudente chiuderci lo faccia, ma ci ristori al 100% e immediatamente. Altrimenti ci lasci lavorare in sicurezza come abbiamo sempre fatto, almeno fino alle 23. Anche perché le persone hanno voglia di socialità e di svago dopo un autunno di clausura. E se non ci saranno i ristoranti a fare da garanti del distanziamento e della sicurezza, rivedremo le scene di quest’estate con piazze piene e nessun controllo”.

“Chi non potrà essere messo in condizione di lavorare – fa eco Laura Barbieri del Ristorante Barbieri di Altomonte, provincia di Cosenza – dovrà essere ristorato subito, non come accaduto con le misure precedenti. A noi che operiamo in un paesino di 4mila abitanti, il blocco degli spostamenti tra comuni ha già tagliato le gambe. Secondo le nostre previsioni perderemo il 90% del fatturato di dicembre che, insieme ad agosto, costituisce il 50% del nostro lavoro annuale. È chiaro che le vie di mezzo non bastano: o ci ristorano al 100% o ci mettono in condizione di lavorare davvero”.

 

 

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