Dazi Usa, il mondo del vino italiano trema

Per Sandro Boscaini presidente di Masi Agricola e Federvini si prospetta un futuro poco roseo per l’export di vino in Usa, sia a causa dei dazi sia per la competizione con i produttori dell’America Latina.

 

I dazi Usa già in vigore, pari al 25% del valore, si applicano su formaggi, salumi e agrumi in arrivo dall’Italia. Gli Stati Uniti sono poi la prima destinazione, in volume e in valore, delle vendite di vino italiano, circa 1,5 miliardi di euro, corrispondenti a oltre 3,3 milioni di ettolitri.

Il 13 gennaio è prevista la pubblicazione di una lista di prodotti che influenzerà la decisione del Dipartimento del Commercio Usa sull’applicazione o meno di nuove tasse, addirittura fino al 100%, che dovrebbero colpire tutti i vini europei.

“Mettendo assieme la complessità e la gravità dello scenario per la viticoltura europea collegato ai dazi Usa ma anche ad altre situazioni critiche, in primis la Brexit, il quadro generale si presenta davvero preoccupante e giustifica l’apprensione dei nostri operatori e delle loro organizzazioni” commenta Sandro Boscaini (nella foto), presidente di Masi Agricola e Federvini.

Secondo il re dell’amarone, per contrastare gli effetti dei dazi Usa, serve un’azione comune da parte di tutti i Paesi del vecchio continente per rilanciare il ruolo della Unione Europea.

“Oggi fare previsioni su possibili nuovi scenari che si dovessero aprire da febbraio è compito impraticabile: tutte le energie devono essere dedicate alla trattativa con l’amministrazione del Governo e con il Presidente Usa” commenta Boscaini.

Appena rientrato da un viaggio esplorativo nelle aree di produzione dell’Argentina, Cile e Brasile, il presidente di Federvini commenta: “In America Latina l’industria vinicola si è sempre più estesa e qualificata, ed è oggi attrezzata per affrontare il mercato globale. In particolare l’Argentina può contare sul vantaggio competitivo di una recente forte svalutazione che riduce i prezzi all’export a fronte di vini di buonissima qualità e di moderno marketing. Anche il Brasile sta sempre più individuando aree viticole ad alta vocazione e sopperisce ormai in buona parte al consumo interno diminuendo le quote dell’import. Infine, l’export del vino cileno conta su tipologie e brand ben conosciuti e radicati”.

“Se l’accordo Usa/Cina apriva delle speranze sulla possibilità di dialogo USA-UE, lo scenario anche politico di queste ultime ore ha fatto smorzare l’ottimismo. Tuttavia, proprio questo scenario mostra che le azioni isolate di Paesi come Italia, Francia e Spagna servono a poco: occorre piuttosto uno sforzo importantissimo da parte di tutti i Paesi proprio per rilanciare il ruolo della Ue. In questo senso la missione del Commissario al Commercio Hogan appare quanto mai tempestiva ed utile. È questa la strada, è questo l’unico modo per mostrare la vera forza dell’Europa”.

Leave a Reply

SHARE