Pasta, il consumo mondiale raddoppia
Primato italiano, anche nel 2018, per la produzione di pasta con 3,4 milioni tonnellate. Il 58% finisce all’estero: performance importanti in Arabia Saudita, (+90%), Emirati Arabi Uniti, Cina e Australia.
Cresce il successo globale della pasta al punto che nel mondo, in dieci anni, il consumo è passato da quasi 9 a 15 milioni di tonnellate. In vista della giornata mondiale della pasta, in programma dal 18 al 25 ottobre, i dati confermano che il patto principe della dieta Mediterranea resiste anche in cima alle preferenze dei consumatori italiani.
Lo studio Eumetra per Unione Italiana Food, conferma che la pasta rimane la costante in tavola di un Paese che ha cambiato modo di mangiare: nove italiani su dieci la mangiano regolarmente e uno su tre addirittura quotidianamente.
Dalla ricerca emerge però anche la voglia degli italiani di testare nuovi gusti e consistenze. Su un campione di 3mila persone, rappresentativo della popolazione nazionale, ben il 10% dei consumatori ha lasciato la pasta tradizionale per provare prodotti diversi come l’integrale, al farro, al kamut, con farine di legumi. Resta comunque il fatto che il 70-80% dei consumatori di paste alternative continua a consumare ancora pasta tradizionale. La novità è che il 39% degli italiani mangia meno di due o tre anni fa e presta sempre più attenzione alla salute e alla qualità.
Riccardo Felicetti (nella foto), presidente dei pastai di Unione Italiana Food
I numeri del mercato mondiale della pasta, confermano il primato italiano, anche nel 2018, della produzione di pasta con 3,4 milioni di tonnellate di pasta prodotte dai nostri pastifici, davanti a Usa, Turchia, Brasile e Russia. Più della metà della produzione italiana (il 58%) finisce all’estero. I paesi dove esportiamo di più sono Germania, Regno Unito, Francia, Stati Uniti e Giappone, mentre i mercati strategici da dove arrivano le performance più importanti del 2019 sono Arabia Saudita, (+90%), Emirati Arabi Uniti (+25%), Cina (+22%)e Australia (+16%).
Un primato che i pastai italiani difendono puntando su innovazione e qualità: in questi ultimi anni il settore – che conta 120 imprese, dà lavoro a 7.500 addetti e genera 4,8 miliardi di Euro) – ha investito in media il 10% del proprio fatturato in ricerca e sviluppo per rendere gli impianti sempre più moderni, sicuri e sostenibili.
In 130 ristoranti in Italia e nel mondo, durante il World Pasta Day, il menù evidenzierà un piatto di pasta ispirato al tema #pasta2050, esplorando le sei principali tendenze che caratterizzeranno il consumo di questo alimento nei prossimi 30 anni. Tra gli autori delle ricette ci sono Heinz Beck, i Fratelli Alajmo, Rosanna Marziale. Pastai e professionisti vogliono accendere i riflettori su un settore simbolo del made in Italy (1 piatto di pasta su 4 consumati al mondo proviene dall’Italia) che rappresenta 120 aziende, vale quasi 5 miliardi di euro e dà occupazione a circa 7500 addetti.