Vino: pareggio tra Italia e Francia nell’export del rosso

Con i rossi l’Italia vince negli Stati Uniti mentre la Francia nei mercati asiatici

Secondo una ricerca di Nomisma wine monitor, presentata a Montalcino (Siena) in occasione dell’evento “Benvenuto Brunello“, Italia e Francia chiuderebbero a pari merito nella partita dell’export del vino.

Lo studio ha preso in esame i rossi Dop delle tre regioni vinicole italiane di riferimento – Toscana, Piemonte e Veneto – con quelli delle regioni francesi – Bordeaux e Borgogna – andandone ad analizzare le esportazioni dal 2012 al 2017. Il Bel Paese conferma il suo primato negli Stati Uniti – primo mercato di destinazione per i rossi di di entrambi i paesi – con un 21% contro il 17% dei rossi transalpini. Diversa sorte per i mercati asiatici – Cina, Hong Kong e Giappone – dove la Francia vince nettamente con il 31% contro il 7,5% dei vini italiani, sull’export totale .

Quanto ai prezzi i francesi sono ancora una volta più bravi di noi a far pagare la qualità. I loro vini vengono esportati a un prezzo medio attorno ai 6 euro al litro contro i 4,64 degli italiani. Una differenza che si fa più marcata nel caso dei rossi Dop: i vini francesi vengono esportati a 9,1 euro al litro contro i 5,5 di quelli italiani.

Ancora, nel lungo periodo (2012-2017 e 2018) l’Italia consolida la crescita delle esportazioni del vino in Svizzera, Francia e Cina mercati in cui il competitor sta vivendo un calo importante.

Il Brunello, e le altre denominazioni di Montalcino, sono un caso a se con un’esportazione del 70% sull’intera produzione. In particolare, nei tre paesi asiatici esportano il 15% dell’export totale “non arrivando ai livelli dei vini francesi ma registrando comunque il doppio rispetto alla media degli altri rossi italiani”, secondo Nomisma.

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