Export, il vino cooperativo cresce nell’anno del Covid-19
Secondo Nomisma aumentano le esportazioni del 3% e fatturato dell’1%. Il vino delle coop copre il 58% del volume del vino made in Italy.
Dal report, realizzato con un’indagine elaborata da Nomisma, emerge come la chiusura dell’horeca abbia portato a una riduzione delle vendite per la quasi totalità delle imprese cooperative. Al contrario la gdo e l’ecommerce hanno principalmente favorito le cooperative più grandi, con oltre 25 milioni di fatturato.
Positivi anche i risultati sul fronte dei mercati esteri. Se l’export di vino italiano nel complesso ha registrato nel 2020 un calo del 2,4% in valore, quello della cooperazione ha invece registrato un +3%.
“Avere una strategia multicanale – ha commentato il coordinatore del settore vitivinicolo di Alleanza delle cooperative agroalimentari, Luca Rigotti – si è rivelata fin qui una scelta vincente […]. I dati emersi dallo studio di Nomisma sono la dimostrazione pratica che le imprese che operano in differenti canali hanno pagato meno la crisi […]”.
Il trend che si è sviluppato nel corso del 2020 con vendite rafforzate nella gdo a loro volta hanno premiato i grandi formati. Il bad in box e le bottiglie con buon rapporto qualità/prezzo hanno, invece, premiato la cooperazione vitivinicola molto forte in questi segmenti.
«Non siamo affatto spaventati da un ritorno alla normalità – ha aggiunto Rigotti – anche perché siamo altrettanto presenti nel settore della ristorazione di qualità. Non siamo affatto preoccupati da un “ritorno del valore”, anzi. La cooperazione vitivinicola nasce come progetto di valore. Nasce per dare redditività ai piccoli produttori aggregandoli, per portare all’estero produzioni che da sole non ci sarebbero mai arrivate. E sono progetti di valore anche quelli avviati dalle cantine cooperative sul biologico e soprattutto sulla sostenibilità”.
Le cantine interpellate da Nomisma hanno ribadito come non ritengono la leva della riduzione dei prezzi strategica per il futuro.