Vinitaly-Nomisma, +5,1% l’export del vino italiano

Primo bimestre 2020 record per il vino italiano. Crisi ad aprile a causa del Covid-19 ma crescono le quote di mercato.

 

In ginocchio, invece, è il vino francese (-10,1%), in ritirata nelle sue piazze chiave sia in Oriente che in Occidente.

Per i fermi imbottigliati italiani è stato un mese nero e si registrano pesanti cali in tutti i mercati considerati, a eccezione di Canada, Russia e Corea del Sud. Si va dal -5,2% del Giappone al -12,5% degli Usa (+6,8% gli sparkling), dal -26% della Svizzera al -48% della Cina, per un deficit complessivo sull’anno precedente del 7,2%, contro però il -22,2% francese.

Nei prossimi mesi, secondo l’Osservatorio, la crisi peserà ancora. Le cause sono il minor potere di acquisto della domanda, oltre allo smaltimento dell’invenduto nella ristorazione e nei magazzini degli importatori.

 

Senza considerare il trend della domanda Ue ad aprile, che si preannuncia con un segno negativo più marcato. Nel frattempo, l’Italia guadagna quote di mercato in quasi tutti i Paesi importatori, con incrementi consistenti in Svizzera e negli Usa. Negli Stati Uniti da marzo ai primi di maggio si sono impennate del 31% le vendite nell’off trade, in particolare nelle fasce medie di prezzo (11-20 dollari), segmento in cui l’Italia è molto presente e competitiva.

Per il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, “è un momento decisivo per il futuro del vino italiano. La crisi globale impone di fare ora scelte importanti che influiranno anche sul lungo periodo. Perciò Vinitaly ha moltiplicato i propri punti di osservazione. In questi mesi condurrà sempre di più le aziende e le istituzioni in un percorso di lettura condivisa e multicanale delle dinamiche di mercato”.

Leggi l’articolo: Vino, il bicchiere è mezzo vuoto

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