Ristorazione italiana nel mondo, un business da 229 miliardi

Secondo una ricerca di Deloitte, la cucina del Belpaese ha raggiunto quota 229 miliardi di euro nel 2018, in crescita del 10,6% dal 2016. Con 71 miliardi di euro la Cina è il primo mercato.

Nel 2018, il giro d’affari della cucina italiana nel mondo ha raggiunto i 229 miliardi di euro, in crescita del 10,6% rispetto al 2016. Di questi, solo 39 miliardi sono stati realizzati all’interno dei confini nazionali, rendendo di fatto l’Italia il terzo mercato dopo Cina – il primo mercato per valore sul totale della ristorazione nel Paese, con una penetrazione pari al 15,8%, e Stati Uniti, che riportano il tasso di penetrazione maggiore, pari al 35,7%, e un giro d’affari complessivo di 69 miliardi di euro.

Anche la ristorazione mondiale ha chiuso positivamente il 2018 raggiungendo un valore pari a 2.563 miliardi di euro. Di questi, il 46% è stato totalizzato nell’area Asia Pacific, che ha trainato la crescita del settore riportando una crescita media annuale nel periodo 2014-2018  del 4,1%, in testa a Nord America (+2,0%) ed Europa (+1,2%).

Questo, in sintesi, è ciò che emerge da Deloitte, con un’anticipazione della ricerca “Italian Cuisine Market Monitor” che fotografa lo stato dell’arte del mercato foodservice a livello locale e globale. L’analisi si concentra sulla cucina italiana nel mondo, e offre una panoramica su dimensionamento, market share e posizionamento, ed evidenzia le prospettive di crescita. Partner del progetto è ALMA – La Scuola Internazionale di Cucina Italiana.

Si prevede che lo sviluppo del comparto proseguirà nel periodo 2018-2022, sebbene a un ritmo leggermente più moderato (2,4%), generato in larga parte dalla performance di Asia Pacific (+2,7%) e del resto del mondo (+3,8%).

 

“L’espansione del mercato foodservice è favorita dalle abitudini di acquisto nelle diverse aree geografiche”, spiega Tommaso Nastasi, partner di Deloitte. “Il consumo di pasti fuori casa è diffuso nell’area Asia Pacific grazie alle convenienti offerte degli street stalls, che si confermano il canale più performante nella regione. L’andamento positivo in Nord America è condizionato, invece, dai gusti dei consumatori, che scelgono il pasto “out of home” considerando le diverse cucine nazionali, più ancora di fattori come qualità, prezzo o location. In paesi come l’Italia, invece, la convivialità rimane la principale motivazione alla base dei consumi fuori casa.”

 

Con il 50% di share di mercato, il Full-Service Restaurant si conferma il primo canale della ristorazione mondiale.

 

Sebbene continuino a guadagnare valore, i Full-Service Restaurants hanno registrato un tasso di crescita inferiore rispetto a canali quali gli Street Stalls (+3,7%) e i Limited-Service Restaurant (+2,8%).
I primi dieci paesi per dimensioni di mercato rappresentano il 77% del valore della ristorazione Full-Service, trainati da Cina e India. Il principale mercato di riferimento rimane l’Asia Pacific: per quest’area si stima una crescita più contenuta nel periodo 2018-2022 rispetto al quadriennio precedente, mentre si prevede uno sviluppo più rapido in Europa (+1,1%) rispetto al Nord America (+0,5%).

Un intervistato su due dichiara di vedere maggiore potenziale di crescita all’estero per la cucina italiana. Al secondo posto segue con il 40% quella giapponese, mentre la cucina francese chiude il podio raccogliendo le preferenze di uno su tre, staccando le aspettative di crescita della cucina asiatica (13%).

Seppure con valore totale più contenuto rispetto alla top 3, anche India e Brasile dimostrano un’alta penetrazione della cucina italiana (rispettivamente 24,9% e 28,2%). In Europa, invece, i principali mercati sono Regno Unito, Spagna e Francia, per cui la ristorazione italiana pesa tra i 4 e i 3 miliardi di euro.

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