Pubblici esercizi, sono oltre 100mila le imprese gestite da donne
Sono pari al 29,4% del totale, nel terzo trimestre del 2020, le imprese del settore gestite da donne.
A livello territoriale è nel nord-est che si registra il più alto tasso di aziende femminili con una quota pari al 31% del totale delle imprese attive nell’area. Solo nel mezzogiorno la quota (27,7%) scende al di sotto della media italiana (29,4%). A livello regionale la Valle d’Aosta spicca per il più alto tasso di imprese femminili (36,4%) e la Campania per il più basso (27,2%), In Lombardia (14.352 imprese) e Lazio (11.085) si concentra il maggior numero di imprese gestite da donne.
La crisi determinata dal Covid che ha investito i Pubblici Esercizi colpisce in maniera maggiore le donne, sia le lavoratrici che le imprenditrici. Rispetto al 2019 infatti il numero di attività gestite da donne si è ridotto di 705 unità, lo 0,7% in meno, in netta controtendenza con le imprese maschili, cresciute complessivamente dello 0,4% nel corso del 2020.
Un dato sul quale pesa la sfiducia determinata dalla pandemia e soprattutto l’obbligo per molte donne di far fronte alla cura dei figli.
Parallelamente cresce la preoccupazione tra le lavoratrici dipendenti. Se è vero infatti che complessivamente nei pubblici esercizi il 51,5% degli addetti è donna, è anche vero che questa percentuale sale al 77,8% se si considerano solo le imprese di catering e banqueting, le più colpite dalla crisi post Covid con una perdita di fatturato media nel 2020 del 90%. Un disastro destinato a tradursi in un crollo dell’occupazione nel corso del prossimo anno.
È anche a causa di questa situazione drammatica che sempre più imprenditrici hanno deciso di aderire al gruppo donne di Fipe – Confcommercio. Mercoledì 2 dicembre si è tenuta la prima assemblea annuale.
“A ottobre eravamo in 22 – sottolinea la presidente Valentina Picca Bianchi – oggi siamo già 70. Segno che le imprenditrici hanno sempre più voglia di contare, sia all’interno che all’esterno della federazione, e dare il loro contributo alla rinascita del settore. Le idee non mancano, a cominciare dal potenziamento del marketing territoriale che vedrà le donne diventare vere e proprie ambasciatrici dell’eccellenza enogastronomica locale. Abbiamo le qualità e le capacità per guidare il settore verso un rilancio culturale ed economico. Quello che a volte manca è la consapevolezza”.