Nomi e numeri dell’Alchimia di Tasinato

Con un passato “stellato” il frontman Alberto Tasinato, tra i più talentuosi restaurant manager d’Italia, ha accettato di raccontare la sua nuova sfida imprenditoriale nei panni di direttore e patron de L’Alchimia, a pochi mesi dalla sua inaugurazione nella piazza milanese. Aperto sette giorni su sette, dalla tarda mattinata al dopo cena, il suo desiderio è quello di trasformare l’indirizzo di viale Premuda, 34 in un vero e proprio luogo di ritrovo, durante tutta la giornata.

Piemontese, classe 1985, Tasinato lascia presto la sua regione per intraprendere una fortunata carriera in Italia e all’estero al fianco di personalità del calibro di Andrea Berton, Antonio Guida e Matteo Torretta. La sua ultima esperienza è al ristorante Seta, all’interno del Mandarin Oriental Hotel, che grazie al suo meticoloso lavoro si aggiudica il premio come miglior servizio di sala in albergo per la guida di Milano 2018 del Gambero Rosso.

Nell’estate 2017 decide di abbandonare l’olimpo degli chef per investire in un suo progetto di ristorazione con altri tre soci: a destra il ristorante, con 50 coperti, e a sinistra il cocktail bar. La prima impressione è quella che conta e in un ristorante la sala è importante quanto la cucina, Tasinato lo sa bene e si occupa personalmente dell’accoglienza e del servizio con il dream team composto dallo chef romano Davide Puleio e il responsabile del lounge bar e del ristorante Valerio Trentani.

Qual è la tua idea di ristorazione?
La parola d’ordine è accessibilità. Io e buona parte del mio staff veniamo da esperienze in stellati e l’errore più grande che potremmo fare è quello di ostentare. Non voglio essere un bistrot ma neanche un ristorante proibitivo, l’obiettivo è mettere a disposizione la nostra conoscenza per far star a proprio agio il cliente e offrirgli un’esperienza “su misura”, ma al contempo accessibile.

Non sei da solo in questa avventura…

Siamo quattro soci: Patrizia Riccardi, la proprietaria delle mura, Samuele Serra, presidente di Milano Restaurant Group nonché proprietario di sette ristoranti in città ed Edoardo Veronoli, che si è occupato di tutto il cantiere e degli spazi del locale. Io sono l’amministratore e l’unico socio operativo, accanto a me non ho una ma ben due bracci destri: Davide Puleio dietro ai fornelli e Valerio Trentani, dietro al bancone.

Perché l’hai chiamato Alchimia?

L’alchimia è sia quella chimica che si crea tra le persone, in questo caso tra i camerieri e il cliente sia quel concetto che in passato simboleggiava la trasformazione di qualcosa di grezzo in qualcosa di sublime, noi con le materie prime cerchiamo di fare lo stesso sia in cucina che al bar.

Parliamo d’investimento economico…

L’entità dell’investimento è cresciuto in fase di sviluppo del progetto. Da un’idea di partenza di…

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