Coldiretti-Novamont: accordo sull’olio di girasole made in Italy

Nasce il primo patto nazionale per lo sviluppo dell’oro vegetale italiano destinato alla produzione di biolubrificanti, bioplastiche e bioerbicidi e ottenuto dai campi del Belpaese.

ColdirettiNovamont, Filiera Agricola Italiana e Consorzio Agrario dell’Umbria hanno siglato un’intesa sull’olio di girasole in favore di una bioeconomia circolare. L’obiettivo è sviluppare filiere agricole innovative, integrate nel territorio e connesse con le bioraffinerie del nostro Paese.

Nell’accordo sono coinvolti campi diffusi principalmente fra Marche, Umbria e Toscana, per un totale di 114mila ettari con un trend di crescita stimato per il 2019 del +2,9%. L’intesa parte da una base di 25mila quintali di semi ottenuti dalla coltivazione di girasoli ad alto contenuto di acido oleico, con i quali si produrrà olio utilizzabile nelle bioraffinerie Novamont.

Per il 2019 si parte con 1.200 ettari seminati dal Consorzio Agrario dell’Umbria.

Dopo la spremitura per ottenere olio grezzo si passa alla prima raffinazione. Il prodotto così ottenuto affronta quindi un’ulteriore fase di lavorazione per l’ottenimento di bioprodotti destinati a differenti settori. Dalla prima fase di spremitura si ottiene anche farina di girasole da utilizzare nell’alimentazione degli animali nelle stalle italiane.

“L’intesa con Novamont – spiega Ettore Prandini, presidente di Coldiretti – è un passo strategico importante per la costruzione di un’economia sostenibile. Partendo dagli agricoltori, estende i suoi benefici a tutta la filiera, dall’industria fino ai consumatori, unendo ricerca, innovazione e rispetto dell’ambiente. L’alleanza con Novamont si inserisce perfettamente in un contesto italiano che può contare sull’agricoltura più green d’Europa. È necessario passare da un sistema che produce rifiuti e inquinamento verso un nuovo modello economico circolare legato ai territori”.

“Il patto siglato rappresenta un tassello importante di un approccio strategico condiviso per mettere in pratica i concetti di bioeconomia circolare – dichiara Catia Bastioli, amministratore delegato Novamont. Sarà possibile moltiplicare i progetti integrati locali, contrastando una crescita lineare dei volumi, contenendo le quantità e lavorando sullo stesso valore aggiunto delle filiere”.

Leave a Reply

SHARE