Brexit: senza accordo a rischio 3,4 miliardi di export
Vino e ortofrutta i settori più coinvolti. Campania, Veneto e Piemonte le regioni più a rischio.
Il “no deal” potrebbe costare caro al made in Italy. Il Regno Unito rappresenta per il Bel Paese il quarto mercato di sbocco per le esportazioni agroalimentari complessive e il terzo all’interno dei confini comunitari.”Dal prosecco ai pomodori pelati, il mancato accordo sulla Brexit rischia di affossare 3,4 miliardi di export agroalimentare italiano in Gran Bretagna per effetto dei dazi e dei ritardi doganali che scatterebbero con il nuovo status di Paese Terzo rispetto all’Unione Europea”, afferma Coldiretti.
Circa un quarto del totale dei prodotti italiani venduti Oltremanica (24% per un fatturato superiore a 810 milioni di euro) è rappresentato dal vino. Con quasi una bottiglia esportata su due consumata dagli inglesi, è il Prosecco Dop il prodotto made in Italy che potrebbe essere più duramente colpito. Al vino seguono l’ortofrutta, pasta, formaggi, olio d’oliva. Anche pelati e salsa di pomodoro, con un 20% di esportazioni oltremanica sul totale. subirebbero un duro contraccolpo.
Rilevante anche il flusso di Grana Padano e Parmigiano Reggiano per un valore attorno ai 90 milioni di euro.
“Un mancato accordo sulla Brexit avrebbe conseguenze preoccupanti sul settore agroalimentare tricolore”, osserva ancora l’Ufficio Studi Cia. A farne maggiormente le spese sarebbero infatti la Campania (che esporta nel paese anglosassone il 12,5% dei suoi prodotti), il Veneto e il Piemonte (dove tale incidenza vale rispettivamente l’11% e il 7,4%).
“L’intesa raggiunta tra Europa e Regno Unito, dopo oltre due anni di trattative, fornisce importanti garanzie ai settori economici e alla società civile – dichiara il presidente nazionale Cia – Agricoltori Italiani, Dino Scanavino -. Il venir meno di tale accordo creerebbe una situazione di incertezza per imprese e cittadini, che rischia di assumere una dimensione ancora più allarmante in una fase di grande difficoltà sul fronte del commercio internazionale e della crescita economica, sia europea che nazionale. Per questo, è necessario fare il possibile per risolvere le tensioni attuali e scongiurare il pericolo del no deal”.