Assobirra: riduzione accise e sostegno all’horeca per salvare la filiera
Una riduzione delle accise da un lato e un sostegno immediato al canale horeca dall’altro.
Sono queste, in estrema sintesi, le richieste di AssoBirra alle istituzioni per il supporto sia alla filiera birraria italiana, sia a un segmento ad essa strettamente legato. Si parla di bar, pub e ristoranti, che, di fatto, sanciscono il lockdown dei punti di consumo out of home per la “bionda” più amata dagli italiani.
Nel nostro Paese, la birra è l’unica bevanda da pasto a pagare le accise. Un’anomalia che incide in maniera significativa su tutta la filiera e che ora più che mai non può essere ignorata. Tanto più che colpisce tutti: produttori, distributori e consumatori. Si tratta di una tassa regressiva e dunque ha un’incidenza maggiore sulle birre più popolari e un peso inferiore su quelle di fascia alta. Non solo. È tra le più alte d’Europa e penalizza le aziende che investono e producono in Italia.
Per questo, AssoBirra chiede un intervento strutturale che, mediante la riduzione delle accise dall’attuale soglia di 2,99 euro per ettolitro e per grado Plato di birra consenta al comparto di rimanere competitivo. Assicurando una boccata d’ossigeno a tutta la filiera.
“La birra arriva da un decennio di crescita. Anni in cui ha messo a segno record su record su tutti i fronti: dalla produzione, sostenuta da un export sempre più consistente, al numero di consumatori che sempre più prediligono abitudini moderate con prodotti a basso tenore alcolico. Il comparto ha generato una ricchezza tale da diventare uno dei settori strategici della nostra economia. Questo valore non può andare disperso e, anzi, va valorizzato affinché la filiera birraria possa essere uno dei pilastri strategici su cui costruire una roadmap chiara per affrontare la crisi attuale”, commenta Michele Cason, Presidente di AssoBirra.
Nove miliardi di euro al 2018: a tanto ammonta il valore condiviso generato dalla birra in Italia e che esprime la ricchezza generata.
Di questi, oltre 5,7 miliardi di euro sono da ricondursiall’horeca che, prima dell’emergenza Covid-19, generava un fatturato di oltre 90 miliardi di euro ogni anno. E che oggi è messa a dura prova dalla seconda ondata pandemica e dal recente Dpcm del 24 ottobre.
Non a caso, il quadro disegnato da Fipe è drammatico: entro la fine dell’anno, chiuderanno 50mila imprese. In altre parole: oltre 350mila persone perderanno il posto di lavoro.
Ed è proprio per tutelare questo immenso valore economico e sociale, generato in gran parte anche dal sodalizio birra e horeca, che AssoBirra chiede un sostegno immediato al canale tramite un apporto concreto di liquidità destinato ai punti di consumo. Non solo. Va studiata sin da ora una misura volta ad accompagnare la riapertura in toto dei locali.
Tra le ipotesi sul tavolo: il riconoscimento di un credito di imposta sulla birra alla spina che ne migliori la marginalità.
“Supportare la birra alla spina consentirebbe di agire in modo mirato aiutando chi è stato più colpito, ad esempio le oltre 125mila pizzerie in Italia […]. Per questo inserire un credito di imposta per la birra alla spina è una delle possibili soluzioni pratiche e applicabili concretamente, che porterebbe benefici proporzionali e consentirebbe agli esercenti di migliorare i margini e far fronte così al calo drastico dei consumi”, commenta Alfredo Pratolongo, vice presidente di AssoBirra con delega a relazioni istituzionali e comunicazione.
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