L’innovazione del food è made in Puglia. Il caso Andriani


Nella Murgia Valley sostenibilità e ricerca su alimenti naturalmente senza glutine e prevalentemente bio fanno crescere il fatturato di Andriani. Agricoltura di precisione e filiere controllate guidano la rivoluzione agroalimentare.

di francesca corradi

«Non possiamo trascurare l’apporto delle nuove tecnologie per quanto riguarda la produzione alimentare. Non possiamo fermarci adesso». Ad affermarlo è stato l’ex-presidente degli Stati Uniti Barack Obama, nel 2017, in occasione dell’inaugurazione del summit internazionale sulla global food innovation, Seeds & Chips.

Ed è proprio l’innovazione il driver di crescita di Andriani Spa, azienda specializzata in prodotti premium naturalmente gluten free e prevalentemente bio, che nel 2009 ha avuto il coraggio di osservare il cibo da un’altra prospettiva conquistando un mercato di cui oggi è capofila.

Con sede a Gravina in Puglia e presente con 30 Paesi in tutto il mondo, le performance dell’azienda sono guidate da: ricerca e sostenibilità economica, ambientale e sociale. Negli ultimi tre anni Andriani ha visto crescere costantemente il fatturato raggiungendo i 65 milioni di euro, con un export diretto che vale il 37% del business.  Il suo brand èFelicia che rappresenta oggi un riferimento sul mercato dell’healthy food, perfettamente in linea alle nuove esigenze del consumatore.

 

 

Le materie prime utilizzate – principalmente legumi e cereali – vengono lavorate all’interno di uno stabilimento interamente dedicato alla produzione di pasta senza glutine. Tra i più grandi in Europa è dotato di cinque linee produttive e 12 di confezionamento, oltre 55 differenti formulazioni e 900 articoli gestiti a magazzino.

Il presidente e amministratore delegato Michele Andriani racconta a MAG cosa vuol dire fare innovation food e investire in una filiera e, insieme al fratello Francesco, Vice chairman e CMO, svela il nuovo posizionamento strategico del brand Felicia.

Iniziamo dall’emergenza sanitaria. Come ha influito sui conti dell’azienda?
Abbiamo chiuso il 2019 con un fatturato di 65 milioni di euro, in crescita costante da quattro anni a questa parte. Durante il lockdown abbiamo registrato un aumento, nella richiesta di prodotti, del 30% in Italia, 250% in Europa e del 200% extra Ue.

Come vi siete organizzati?
Siamo riusciti ad assicurare la continuità e il surplus produttivi in primis mettendo in sicurezza e tutelando la salute di quei collaboratori per cui lo smart working non era applicabile.

Cosa vuol dire fare innovation food e perché avete intrapreso questa strada?
Il nostro focus è il benessere, delle persone, dell’ambiente, della comunità. Da qui, la continua ricerca di prodotti nuovi e l’estrema attenzione alla qualità, di materie prime e di prodotto. Non a caso la lavorazione di avena, grano saraceno, mais, lenticchie, ceci, piselli e riso integrale avviene in uno stabilimento 100% allergen free, con ben cinque differenti linee produttive e oltre 55 formulazioni.

Qual è il vostro motto?
Positive food for a positive life è il social purpose di Andriani, mentre il claim di Felicia è feed optimism. Ma se vogliamo parlare di motti, forse il coraggio delle idee potrebbe essere il più calzante.

Siete sempre più presenti anche nella gdo…
Siamo nelle maggiori catene distributive di oltre 30 Paesi nel mondo. I supermercati si stanno evolvendo introducendo delle vere e proprie aree healthy e popolando gli scaffali di numerosi prodotti per soddisfare le molteplici esigenze dei consumatori.

Il nostro brand Felicia è distribuito sia all’estero sia in Italia e sta riscuotendo un buon interesse soprattutto in Area Nielsen 1 e nelle zone urbane più grandi, dove è maggiore la percentuale di consumatori evoluti, alla ricerca di innovazione da portare in tavola.

I prodotti Felicia non sono solo per un pubblico sensibile o intollerante al glutine…
No, sono largamente utilizzati anche dal consumatore mass market soprattutto da chi conduce uno stile di vita sano e dagli sportivi. Il brand, inoltre, offre il più alto numero di referenze del comparto, proprio per portare in tavola un’esperienza improntata al benessere, all’equilibrio e alla positività.

Che ruolo ha la sostenibilità per Andriani?
Per noi rappresenta un importante driver di crescita. È un valore fondante integrato nell’intera gestione aziendale, con progetti che vertono su due pilastri fondamentali: tutela ambientale e benessere sociale. Con la prima edizione del Report di Sostenibilità, relativo al 2018, abbiamo voluto rendicontare e certificare ufficialmente il nostro impegno verso lo sviluppo sostenibile.

Siete capofila anche di una filiera di legumi sostenibile…
In riferimento al tema innovation abbiamo scelto di puntare all’agricoltura di precisione.

Per questo, nel 2018 abbiamo avviato una filiera controllata, di cui siamo capofila, che consente alle imprese agricole aderenti di ottimizzare i disciplinari di coltivazione, sia in produzione integrata che biologica, e di allinearsi a criteri sostenibili.  Lo abbiamo fatto per salvaguardare il suolo e l’ambiente, garantire la sicurezza e la qualità alimentare e contribuire in modo diretto allo sviluppo della biodiversità.

Ci spiega il progetto nel dettaglio?
Nei primi due mesi del 2020 la filiera è arrivata a coinvolgere…

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