Agrifood italiano: si gioca sui mercati esteri, cresce del 6,5% l’export in Usa

Futuro positivo per l’export dell’agrifood italiano che ha ancora un grande margine di crescita. Questo è quanto emerge da uno studio di Nomisma sulle potenzialità dell’Agrifood Made in Italy –  presentato il 14 novembre in occasione dell’incontro promosso da Agronetwork dal titolo “The italian food style: nuove terre, nuovi modelli”.

I consumi nazionali per generi alimentari e bevande (243 miliardi di euro nel 2017), seppur in ripresa, sono, difatti, ancora lontani dai tempi pre-crisi, per cui esportare rappresenta anche una strategia di sopravvivenza. Nel 2017 il 24% del fatturato agroalimentare si deve all’export (era il 20% nel 2012) ma soprattutto lo scenario al 2022 lo vede consolidarsi non solo negli Stati Uniti con un tasso medio annuo (Cagr) di crescita stimato del +6,5% e in Germania del +4% (periodo 2017-2022) ma anche in alcuni mercati emergenti come la Cina (+12%) e la Corea del Sud (+8,5%).

In termini assoluti, le vendite sui mercati internazionali dei prodotti agrifood Made in Italy hanno superato l’anno scorso i 40 miliardi euro, registrando un balzo del +27% su base quinquennale e del +5,6% rispetto al 2016. E, sebbene ci sia un lieve rallentamento, l’espansione dell’export continua anche nel 2018: +2,3% nel primo semestre  rispetto al medesimo periodo del 2017. A trainare tale incremento sono sia i mercati tradizionali, i cosiddetti Paesi bandiera, come Germania (export italiano pari a 6,9 mld di euro nel 2017, +16,5% tra 2012 e 2017), Stati Uniti (4,0 mld euro, +48,9%), Regno Unito (3,3 mld euro, +27,8%), Canada (809 mln euro, +24,3%), Giappone (794 mln euro, +13,1%), che da soli valgono il 40% del nostro export agroalimentare, sia i mercati emergenti (Paesi frontiera), su tutti Polonia (833 mln euro nel 2017, +58,1% su 2012), Australia (530 mln euro, +41,7%), Cina (423 mln euro, +78,5%), Corea del Sud (221 mln euro, +68,8%) e Messico (103 mln euro, +23,8%).

Per il Nomisma Italian Agrifood Mkt Potential Index gli Stati Uniti rappresentano il mercato con le maggiori opportunità di sviluppo futuro per l’agroalimentare italiano. “Pur essendo un mercato tradizionale per il nostro export (peso del 10%) e nel quale le nostre aziende sono presenti da anni, le opportunità di un ulteriore sviluppo dell’agrifood tricolore in tale mercato sono enormi grazie all’elevata capacità di spesa di parte della popolazione, all’enorme dimensione del mercato in termini di potenziali consumatori e ad un import di prodotti italiani che per ora risulta concentrato (oltre la metà) in soli cinque stati (California, New York, Texas, Illinois e Florida)”, afferma Denis Pantini, Responsabile Area Agroalimentare di Nomisma.

 

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