Agricoltura 4.0, il mercato italiano cresce del 270%
L’innovazione digitale entra anche nella filiera agrifood aumentando la competitività e migliorando qualità e tracciabilità del made in Italy. L’80% del business è generato da attori già affermati nel settore mentre il 20% circa da startup.
Il mercato globale dell’agricoltura 4.0 vale circa 6,2 miliardi di euro, il doppio rispetto allo scorso anno, di cui il 30% generato in Europa. La crescita è ancora più rapida in Italia, dove il settore ha un valore compreso tra i 370 e i 430 milioni di euro (+270%). Nel Belpaese, il settore rappresenta il 5% di quello globale e il 18% di quello europeo. Questo, in sintesi, è quanto emerge dal report dell’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del laboratorio Rise dell’Università degli Studi di Brescia.
Sono 500 le startup nel mondo, per oltre 2,6 miliardi di euro di finanziamenti raccolti, attive soprattutto in ambito eCommerce (65%) e agricoltura 4.0 (24%). L’Italia è davanti a tutti gli altri Paesi Europei per numero ma, con appena 25,3 milioni di euro, ha il finanziamento medio più basso.
L’Osservatorio ha mappato 110 imprese del comparto (74% brand affermati e 26% startup) che offrono oltre 300 soluzioni tecnologiche, con ruoli e posizionamento molto diversi lungo la filiera agricola. Il 49% delle aziende sono fornitrici di soluzioni avanzate come Internet of Things (IoT), robotica e droni, il 22% di soluzioni di data analysis, il 16% di macchine e attrezzature per il campo, il 7% produce componentistica e strumenti elettronici, mentre nel 3% dei casi sono realtà produttive in ambito agricolo.
Il digitale, secondo il report, innova anche tracciabilità e qualità alimentare: con 133 soluzioni già disponibili, il 38% delle aziende ha migliorato l’efficacia del processo, il 32% l’efficienza. Cresce, anche se molto lentamente, l’attenzione per l’internet of farming, abilitato dal 14% delle soluzioni offerte: quasi l’80% delle soluzioni è applicabile in fase di coltivazione, il 13% supporta la fase di pianificazione, il 4% il monitoraggio degli stock e il 3% la logistica aziendale.
L’innovazione digitale è una leva strategica per il settore agroalimentare italiano. Il controllo dei costi di produzione e l’aumento della produzione sono le esigenze più urgenti per le imprese, mentre i fabbisogni legati all’acquisizione, elaborazione e interpretazione dei dati sono considerati importanti ma non ancora prioritari.
Il 55% delle aziende dichiara di utilizzare macchinari o tecnologie avanzate per la pianificazione delle colture, la semina, la coltivazione, il raccolto, e fra questi il 45% lo fa da più di cinque anni. Il 30% degli imprenditori ha meno di 40 anni e un terzo è laureato, ma l’età e il titolo di studio non influiscono significativamente sull’adozione di soluzioni 4.0, al contrario, invece, della dimensione dei terreni e dei settori di riferimento. Sotto i 10 ettari solo il 25% delle aziende adotta soluzioni 4.0, contro il 65% di quelle sopra i 100 ettari.
“L’agricoltura sta affrontando due sfide importanti per mantenere la competitività del settore: da una parte ridurre i costi ed aumentare la redditività, dall’altra produrre di più e valorizzare maggiormente i propri prodotti – ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.