Wenda: il detective della food chain

La tecnologia anti-spreco dell’azienda bolognese Wenda verifica in tempo reale l’integrità dei prodotti food & beverage lungo la filiera, dal produttore al punto vendita

di francesca corradi

Non sempre la grande distribuzione è in grado di verificare anomalie sui prodotti che riceve e colloca sugli scaffali dei supermercati, così come spesso non ha pieno controllo sui fornitori. A queste specifiche esigenze risponde Wenda. Fondata nel febbraio del 2015, a Bologna, da Antonio Catapano e Mattia Nanetti, la startup che   prima   monitorava   la conservazione   di   tutte   le caratteristiche organolettiche del vino, dal trasporto e stoccaggio, oggi controlla il “viaggio” di tutti prodotti alimentari lungo la filiera in tutti i processi di verifica, individuando eventuali anomalie, per retail, ristorazione collettiva, produttori importatori.

 

Sfruttando le tecnologie dell’Internet of Things e delle Big Data Analytics, Wenda ha costruito una piattaforma che gestisce le informazioni di integrità dei prodotti deperibili per trasformare il controllo della filiera da un centro di costo a un vantaggio competitivo.

 

 

La piattaforma è fornita in diversi moduli, ognuno dedicato a singoli processi di controllo (analisi prodotto, spedizione, stoccaggio, inbound & outbound etc.). Durante la spedizione, le analitiche della piattaforma elaborano una descrizione dei punti critici della catena alimentare, fornendo al cliente visibilità di tutto il viaggio, in tempo reale e in una singola schermata. Ogni volta che i parametri superano i limiti il cliente riceve una notifica e-mail.

 

La piattaforma supporta e si integra con differenti dispositivi e sistemi di tracciabilità: in questo modo si inserisce in processi già consolidati nelle aziende e contribuisce a migliorare processi logistici e rapporti con fornitori e clienti, contrastando lo spreco del cibo e incrementando la visibilità nella catena.

 

Se è vero, infatti, che in Italia la maggior parte degli sprechi alimentari, oltre il 50%, si verifica a valle della filiera, le fasi precedenti non sono esonerate da malfunzionamenti. Secondo l’Ispra nella fase di consumo e ristorazione si registrano fino al 34% di irregolarità che calano fino al 20% nella fase di trasformazione. Nella distribuzione, invece, c’è una produzione di criticità tra il 4% e il 13%. Una delle principali cause è rappresentata dai cosiddetti falsi scarti, che si verificano quando un prodotto conforme viene invece scartato dalla linea di produzione in fase di controllo qualità oppure con una misurazione sbagliata del peso, che può portare a un riempimento parziale di una confezione.   Lo   stesso   può accadere   nel   caso   di   etichette   non   conformi   o   posizionate erroneamente oppure di confezioni danneggiate. Per questo, anche nel mondo della grande distribuzione, è fondamentale fare verifiche lungo l’intera filiera.

 

La startup ha recentemente ricevuto un investimento da Rockstart Agrifood Fund ed è stata selezionata dall’acceleratore Rockstart per partecipare a un intenso programma di accelerazione di sei mesi a Copenaghen e Amsterdam.

 

«Rockstart Agrifood Fund ci darà l’opportunità di iniziare un vero percorso di internazionalizzazione e crescita sicura per i prossimi anni», hanno affermato Catapano e Nanetti. In Wenda oggi lavorano tra le dieci e le dodici persone e finora nella startup sono stati investiti circa 800mila euro tra fondi diretti, Unione Europea – coordinando un progetto in IoF 2020 – e capitale di rischio provenienti da quattro investitori: Digital Magics (incubatore), Rockstart AgriFood (venture capital fund), Makanta gmbh (business angel), Systech srl (investitore industriale e system integrator). E per il futuro i cofondatori puntano a rendere più sostenibile e sicura la supply chain alimentare e raccogliere 200 mila euro entro la fine dell’anno.

 

 

NOTIZIA ESTRATTA DAL MAG 127 A PAG. 138 

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