Il vino è esperienza, ora digitale e da casa

Ai tempi del Covid-19 l’enoturismo non si ferma ma si evolve. Divinea ha lanciato lo Smart Tasting che digitalizza le cantine portandole a casa della gente. L’ambizione della startup è di sbarcare all’estero e allargarsi al food.

di francesca corradi

 

Divinea, la startup fondata da Filippo Galanti (nella foto, a sinistra) e Matteo Ranghetti (nella foto, a destra), vuole rivoluzionare il mondo delle cantine italiane. Dopo aver studiato le esigenze dei produttori e dei visitatori, i due giovani ingegneri decidono di semplificare la vita agli imprenditori agricoli, dandogli di fatto gli strumenti per digitalizzare al meglio la realtà , e avvicinare le persone al vino, portandole in cantina e offrendo loro un’esperienza che va oltre alla normale degustazione o il semplice tour. Dallo yoga in vigna alla visita delle Langhe in elicottero.

 

“La cosa più evidente – sottolineano i fondatori – era la mancanza di una presenza forte nel digitale.

 

Ancora oggi per prenotare una visita, molto spesso è necessario già conoscere la cantina e il tutto è gestito telefonicamente. Può capitare, inoltre, di dover affidarsi a un tour operator dove le attività sono spesso di gruppo e quindi non personalizzabili”.

Per questo Divinea ha pensato di offrire i servizi tecnologici alle oltre 300mila aziende vitivinicole presenti nel Paese occupandosi della realizzazione di tutti i contenuti, sia testuali che multimediali, implementando un sistema tecnologico che permette la prenotazione delle esperienze direttamente nei siti web delle cantine e in quelli di alcuni portali turistici territoriali, attraverso dei widget. Inoltre, Divinea va ad automatizzare tutto il processo di fruizione e propagazione delle informazioni, di promozione e vendita.

Oltre al solito e-commerce e all’usuale marketplace c’è di più.

“Il vero cambiamento che vogliamo apportare è proprio a livello di format disegnando un mondo dove il vino diventi il pretesto per fare qualcosa di diverso e più coinvolgente – dice Galanti – e per conoscere più a fondo territori e storie imprenditoriali”.

Con l’idea partita al Vinitaly dell’aprile 2019 e la società costituita a maggio, la startup a giugno è stata selezionata per il progetto di accelerazione Le Village by Crédit Agricole, “un programma che ci ha dato l’accesso ai loro servizi, facilitandoci ad esempio le relazioni con investitori, e la possibilità di prendere in affitto dei loro spazi”, spiega Galanti.

La realtà, in meno di un anno, è riuscita a creare una rete di 200 cantine, attraverso il passaparola, con 600 attività che vanno oltre alla classica degustazione.

“All’inizio c’è stato un investimento di tasca nostra, di circa 50mila euro, che ci ha permesso di validare l’idea e creare il primo sito web. Poi l’abbiamo presentato a un network di investitori da cui abbiamo poi raccolto 250mila”, raccontano gli ingegneri.

E il guadagno? Una…

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