Vino: Ceretto si converte a biologico
Nei vigneti delle Cantine Ceretto si conclude il percorso di conversione in biologico.
Per le aziende Vitivinicole Ceretto si tratta di un lungo percorso completato con i Barolo 2015 (Bricco Rocche, Brunate, Cannubi San Lorenzo, Prapò e il nuovo Bussia) che, con il Moscato I Vignaioli di Santo Stefano annata 2018, uscito a novembre, rende tutta la produzione certificata bio.
La realtà, fondata nel 1937, è tra le maggiori proprietarie di vigneti del Piemonte. Le terre si sviluppano su oltre 160 ettari situati nelle aree più pregiate delle Langhe e del Roero, comprese le Docg Barolo e Barbaresco. I fratelli Bruno e Marcello Ceretto furono inoltre i primi a intuire l’importanza di salvaguardare i cru autoctoni intraprendendo negli anni ‘60 un percorso di valorizzazione dei vigneti langaroli, diventando pionieri del Barolo.
Nel 2010 su intuizione di Alessandro Ceretto, enologo fortemente sostenuto dalla famiglia, è stato adottato il modello biologico, su tutta la superficie vitata, ottenendo con la vendemmia 2015 la certificazione. Si tratta di un metodo di coltivazione che rispetta il terreno del vitigno impiegando solo sostanze naturali ed escludendo l’utilizzo di sostanze di sintesi chimica (concimi, diserbanti, insetticidi).
“L’agricoltura sostenibile è stata per noi un nuovo punto di partenza, che ci ha portato a risultati entusiasmanti, producendo un vino sano, buono e capace di esprimere al meglio questo territorio in termini di sfumature non convenzionali – dichiara Roberta Ceretto -. Proteggere la terra è per noi un lavoro quotidiano e un atto di responsabilità verso tutti, per diffondere un modo diverso di fare vino, una cultura concreta della sostenibilità, una via percorribile per la nostra azienda che a tutti i livelli è sempre più radicata nelle Langhe.”