Al via da Milano Ultimo Tocco, il delivery dei food designer

Parte da Milano Ultimo Tocco, il delivery con un menu progettato dai food designer Paolo Barichella e Mauro Olivieri.

Non un ristorante che fa anche delivery ma un vero e proprio laboratorio creativo dove i cibi vengono preparati per essere consumati a distanza di luogo e di tempo.

Il progetto di consegna a domicilio è di Affettami Srl, startup che si occupa di R&D e food innovation. L’azienda è stata fondata nel maggio del 2019 da Simone Lioci, Mauro Olivieri e Food Lifestyle, per dare forma a progetti di food design innovativi e di alto valore aggiunto.

 

Si sceglie, si ordina e si prova il piacere di completare a casa o in ufficio, in pochissimi minuti e all’ultimo momento, quello che si vuole mangiare a pranzo o cena.

 

Un’ ampia varietà di piatti innovativi ma allo stesso tempo semplici e gustosi che possono essere facilmente “finiti” con le attrezzature presenti in qualsiasi cucina, dalla padella al microonde. Ordinando sul sito di Ultimo Tocco  si possono scegliere risotti, pasta, piadine, aperitivi, dessert sempre disponibili, non secondo il menu del giorno.

Ci sono anche i toc, piccoli cestini di pasta frolla neutra da riempiere con gustose creme a base di fibra naturale e vegetale.

Una novità è l’aperitivo l’Aperol Spritz “destrutturato”. Prosecco Mionetto Sergio, in formato da 37,5 cl, è da gustare abbinato a cucchiai da finger food riempiti di Jelly Aperol.

Non manca una piccola selezione di vini bianchi e rossi in pratico formato oneglass (dose bicchiere) da abbinare alle pietanze.

Le proposte possono essere ordinate dalle 11 alle 20 e i cibi possono essere conservati in frigo anche per due o tre giorni.

Arrivano a casa o in ufficio tramite Glovo in buste monoporzione o in contenitore di polipropilene completamente riciclabile o riutilizzabile.

 

Paolo Barichella e Mauro Olivieri dichiarano: “Se il design è l’arte di usare la scienza con ingegno e creatività, noi food designer ci sforziamo per fare in modo che questi principi possano essere applicati anche nel settore alimentare. La tecnologia alimentare deve essere la materia di base. Il food designer osserva, valuta i nuovi contesti, le nuove esigenze generate dal lungo periodo e gli effetti causati sulla società. Insomma progettazione consapevole di contesti, interfacce e strumenti funzionali, complementari all’atto di alimentarsi, che possono spesso consistere nell’alimento stesso”.

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