Cresce il turismo enogastronomico, Italia in testa

Primato dell’Italia, a livello europeo, nel turismo enogastronomico che risulta, però, carente nella valorizzazione e informazione. Il 53% dei viaggiatori nel mondo si dichiara turista enogastronomico. La Lombardia è prima per offerta ristorativa.

É sempre più centrale il ruolo del turismo enogastronomico. L’edizione 2020 del “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano”, a cura di Roberta Garibaldi (nella foto) sotto l’egida della World Food Travel Association e l’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, offre un quadro completo e rigoroso di un settore del turismo che negli ultimi anni evidenzia un continuo trend di crescita.

“Si consolida l’interesse dei turisti verso l’enogastronomia nei Paesi occidentali, e sono in forte crescita i turisti enogastronomici in Cina e Messico – afferma Roberta Garibaldi, autore del rapporto. “Dal 2016 si evidenzia un incremento rispettivamente del +12% e +10%. Il totale di chi ha dichiarato di avere svolto almeno un viaggio con questa motivazione negli ultimi due anni a livello internazionale è pari al 53%. I Millennials guidano il trend tra le generazioni, mentre si affacciano i nuovi “super foodie”, i nati della Generazione Z: viaggiatori frequenti che già mostrano un alto interesse verso il cibo”.

I dati e le analisi condotte prendono in considerazione sia l’offerta del “sistema Italia”, comparato a livello europeo e nazionale, sia il profilo del turista internazionale di Francia, Regno Unito, Canada, Stati Uniti d’America, Messico e Cina.

Il 71% delle persone in viaggio vuole vivere esperienze enogastronomiche che siano memorabili, mentre il 59% dei turisti dichiara che le esperienze a tema li aiutano a scegliere tra più destinazioni.

Con focus l’enogastronomia, possiamo suddividere i turisti in due grandi gruppi. Il turista ricerca proposte integrate che abbinano una varietà di esperienze a tema enogastronomico con altre attività culturali e ludiche. I turisti internazionali di tutte le nazionalità mappate si definiscono prevalentemente “eclettici” nella scelta delle esperienze, solo per i francesi prevale il tema dell’autentico, del locale e del gourmet.

 

“I “food truck” – cibo di strada – sono tra le esperienze più vissute e più ricercate sul web, i ristoranti e i bar storici e le dimore storiche sede di aziende di produzione agroalimentare, le visite ai produttori extra vino, e infine i corsi di cucina.

“La pizza emerge come prodotto trainante per il nostro Paese, e facendo tesoro anche del riconoscimento UNESCO dovrebbe diventare un asset su cui puntare in modo più forte per il turismo: pensiamo ad un museo dedicato o ad esperienze diversificate. Le cantine interessano sempre, ma l’offerta deve evolvere verso una segmentazione e un posizionamento più distintivo” conclude Roberta Garibaldi.

Dal confronto con i maggiori competitor europei, emerge un quadro positivo, con il nostro Paese ai vertici in sette degli indicatori considerati: produzioni di eccellenza, aziende vitivinicole, aziende olearie, imprese di ristorazione, musei del gusto, birrifici e Città Creative UNESCO legate all’enogastronomia.

Considerando gli ultimi tre anni, la Francia evidenzia il maggiore incremento in termini assoluti di prodotti agroalimentari a indicazione geografica e di micro-birrifici, e la Spagna di vini a indicazione geografica e imprese di ristorazione.

L’Italia, però, mantiene il primato per quanto concerne la crescita di aziende viticole e olivicole dimostrando quindi un buon dinamismo nonostante la crisi.  Inoltre, il nostro Paese risulta avere, dal 2016, il maggior numero di iscrizioni alle liste UNESCO dei beni materiali e immateriali legati all’enogastronomia e delle Città Creative per la Gastronomia.

Sono il cibo e il vino a caratterizzarci maggiormente, anche all’estero: il gorgonzola e la pizza sono i prodotti italiani ad Indicazione Geografica più ricercati sul web tra il 2017 e il 2019. Tra i trend topic di Internet tra Novembre 2019 e Gennaio 2020 per gli utenti di Stati Uniti, Cina, Francia, Spagna, Germania e Regno Unito figurano prodotti e piatti tipici, tra i quali spiccano, oltre alla pizza, gli arancini, l’ossobuco, il Parmigiano Reggiano e il Pecorino romano; tra le produzioni vitivinicole “Sparkling wine”, i vini dell’Alto Adige e il Chianti (dati Semrush).

Analizzando il contesto europeo i competitor diretti presentano un valore aggiunto nella valorizzazione, attraverso azioni organiche di sviluppo e promozione intraprese a livello nazionale.

In Italia, ad esempio, si riscontrano lacune di informazioni sia nel sito ufficiale sia nei portali regionali.

Una conferma di ciò viene dall’analisi diretta condotta sui tour operator stranieri, che giudicano buona o eccellente la qualità dell’offerta e delle esperienze a tema enogastronomico, mentre minore è la facilità di reperimento delle informazioni e di prenotazione delle medesime.

Le eccellenze agroalimentari e vitivinicole sono capillarmente diffuse su tutto il territorio nazionale. L’Emilia-Romagna è la regione con il maggior numero di prodotti agroalimentari a Indicazione Geografica, il Piemonte detiene il medesimo primato per i vini, la Campania per i Prodotti Agroalimentari Tradizionali.

La Lombardia vanta invece il primato nell’offerta ristorativa, sia in termini di imprese, sia di ristoranti di eccellenza segnalati sulle principali guide (la “Guida Michelin Italia”, la guida de l’Espresso “I Ristoranti e i Vini d’Italia”, la guida Gambero Rosso “Ristoranti d’Italia”), oltre ad annoverare il maggior numero di micro-birrifici e brew pub in Italia.

La Toscana risulta essere la prima regione italiana per numero di agriturismi, sia in termini assoluti, sia per le differenti tipologie di servizio offerto. Analizzando il trend degli ultimi tre anni, il Centro-Sud risulta essere la macro-area più dinamica, con i maggiori incrementi nell’offerta.

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