Spumante italiano, boom nella produzione

Bevute all’estero due bottiglie di spumante su tre. Il punto dolente per le bollicine made in Italy resta il valore marginale all’origine e di conseguenza i prezzi al consumo.

L’Italia si conferma primo produttore al mondo di spumante con 750 milioni di bottiglie e una quota sul mercato globale del 27%. E se oltre 200 milioni bottiglie sono destinate al mercato interno ben 550 milioni sono destinate all’export. La conferma arriva dall’Ovse-Ceves (Osservatorio Centro Studi Economici Vini Speciali) che registra, per le bollicine italiane, un valore in cantina di circa 1,9 miliardi di euro che segna, rispetto al 2018, una crescita in volume dell’8,5% e un +3,9% in valore.

“Il punto dolente resta il valore marginale all’origine delle bottiglie, di conseguenza i prezzi al consumo. Anche se, soprattutto sui mercati esteri, la percezione di qualità associata allo stile del bere made in Italy porta a un giro d’affari globale al consumo di 6,1 miliardi di euro, oltre tre volte tanto il prezzo alla produzione. Ma per crescere in valore, occorre puntare al nuovo e miglior rapporto valore/identità abbandonando il mix qualità/prezzo che spinge al ribasso dei listini”, stima Giampietro Comolli, alla guida dell’Osservatorio.

“Con un balzo del 13% nel 2019 è record storico per gli acquisti di spumante in Italia, per effetto della destagionalizzazione dei consumi che lo ha fatto diventare un prodotto da uso quotidiano, non più ristretto al festeggiamento delle ricorrenze”, dice la Coldiretti sulla base delle proiezioni su dati Ismea relativi ai primi 9 mesi 2019.

“Il successo delle bollicine italiane – sottolinea la Coldiretti – si estende anche all’estero, con un balzo del 9% nelle esportazioni. Un risultato senza precedenti per lo spumante che in quantità domina nettamente nei brindisi globali davanti allo champagne francese, e non è caso che proprio verso Oltralpe si registri un balzo del 24% delle esportazioni con la Francia che è diventata il quarto Paese acquirente nel mondo, sulla base delle proiezioni su dati Istat relative ai primi dieci mesi del 2019″.

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