Il Covid-19 frena produzione e consumi di salumi italiani

Il prosciutto cotto rimane il salume più consumato in Italia.

Nel 2020 è risultata in flessione la produzione di salumi, che ha chiuso i dodici mesi attestandosi a 1,093 milioni di tonnellate da 1,176 del 2019 (-7,1%). In calo è risultato anche il valore alla produzione che è sceso a 7.927 milioni di euro (-3,6%) da 8.225 milioni del 2019.

Il Covid-19 ha avuto un profondo impatto sul nostro Paese e sulla economia, colpendo in maniera profonda molti settori economici. Anche la filiera suinicola, nonostante la natura anticiclica del settore alimentare, ha risentito profondamente dell’onda d’urto generata dalla pandemia, “innanzitutto perché l’epidemia nel nostro Paese si è diffusa proprio a partire dalle regioni più importanti per la nostra suinicoltura (Lombardia ed Emilia-Romagna). In secondo luogo perché l’Italia ha adottato misure restrittive importanti […]. La chiusura del canale horeca ha sottratto, infatti, una fetta importante ai consumi di carni fresche e di salumi. A fronte di queste dinamiche, soprattutto nella prima fase dell’emergenza, sono cresciuti gli acquisti di carni e salumi in gdo […]. La flessione dell’horeca non è stata compensata e produzione e consumi hanno evidenziato una flessione”, ha affermato Ruggero Lenti, presidente di Assica.

La produzione nazionale di carni e prodotti trasformati, inoltre, è risultata penalizzata anche dal calo della domanda estera di salumi determinato dall’adozione di provvedimenti simili a quelli assunti dal governo italiano in molti Paesi nostri partner commerciali sia nella Ue sia fuori dalla Ue.

 

La produzione di conserve animali e quella di grassi lavorati è risultata in flessione rispetto a quella dell’anno precedente attestandosi a 1,345 milioni di tonnellate.

L’insieme delle produzioni ha presentato un fatturato di 8.237 milioni di euro, inferiore (-3,3%) a quello del 2019 (8.522 milioni di euro).

In merito ai singoli salumi, il 2020 ha registrato una contrazione nella produzione a volume di tutte le principali categorie. La produzione di prosciutti crudi stagionati, dopo la contenuta flessione del 2019, ha evidenziato un calo consistente del -7,3% per 261.100 ton e un -4,9% in valore per 2.115 milioni di euro. La chiusura dell’horeca e il blocco del turismo ha particolarmente penalizzato la categoria e soprattutto le produzioni tipiche. La stessa dinamica si è riscontrata anche sui mercati esteri.

In decisa flessione è risultata anche la produzione di prosciutto cotto, scesa a 271.100 ton (-6,3%) per 1.934 milioni di euro (-2,7%).

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