Ritornano le sagre, motore economico dei borghi italiani

Sagre, fiere e mercati di paese, anche per loro, in fase 3, è arrivato il via libera dal Governo.

Non solo dedicati a ricorrenze storiche o religiose i piccoli eventi locali mettono spesso al centro i prodotti tipici enogastronomici della tradizione. Si tratta di un momento conviviale alternativo che riguarda paesi meno battuti dal turismo di massa. Circa  il 92% delle produzioni tipiche nazionali, secondo un’indagine Coldiretti/Symbola, coinvolge piccoli borghi italiani, con meno di cinquemila abitanti.

È ormai noto che il cibo, negli ultimi anni, è diventato il vero valore aggiunto di gite e vacanze scelte da stranieri e anche da 8 italiani su 10.

Tutto questo anche grazie al primato dell’agricoltura più green d’Europa con 299 Dop e Igp e 5155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola. Il Paese, inoltre, gode del primo posto nel biologico – con oltre 60mila aziende agricole – e della sicurezza alimentare mondiale.

Il via libera ai piccoli eventi enogastronomici rappresenta, quindi, un passaggio cruciale. Si tratta di una mossa necessaria per cercare di ridare impulso al turismo dopo i risultati poco incoraggianti del mese di giugno. Le presenze nazionali non riescono, infatti, a colmare il vuoto lasciato da americani, cinesi e giapponesi.

La riscossa di alcuni territori si vedrà, a partire da quest’estate, nei piccoli eventi enogastronomici. Dalla festa de la saresa – dedicata alla ciliegia di Ceresara, in provincia di Mantova – a quella delle alici di Coreca – ad Amantea nel cosentino – fino alla sagra degli Umbrichelli di Monteleone d’Orvieto.

Nei prossimi mesi noi italiani possiamo ancora una volta fare la differenza. Partecipando a qualche sagra, ovviamente in sicurezza, avremo la possibilità sia di gustare – nel vero senso della parola –prodotti e piatti della nostra tradizione che di dare un contributo concreto al rilancio dell’economia anche turistica. Cosa stiamo aspettando?

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