Masi Agricola, ricavi preliminari 2021: crescita del 28,4% rispetto al 2020
Il cda di Masi Agricola ha esaminato i dati preliminari su ricavi e indebitamento consolidati al 31 dicembre 2021. I ricavi sono stati di 66,4 milioni di euro (+28,4% sul 2020 e +2,3% sul 2019) e l’indebitamento finanziario netto è di 2,7 milioni (nel 2020 era stato di 6,4 milioni).
I DATI
La società produttrice di vini di qualità e quotata nell’Euronext Growth Milan, nonostante l’impatto negativo dovuto alla pandemia, è comunque riuscita a mantenere attivo il mercato della vendita di vini.
Dopo una fase di lockdown avvenuta nel primo semestre, nel terzo trimestre la horeca nei vari Paesi del mondo ha potuto tendenzialmente riaprire, pur non ricomprendendo l’intera popolazione di punti distributivi pre-Covid. In generale, le località turistiche hanno lavorato nel periodo estivo, pur con ospiti provenienti da aree geografiche di prossimità, o comunque a distanza prevalentemente automobilistica. Le grandi città, collegate al turismo leisure o di business e/o al lavoro di ufficio di alto profilo, hanno sofferto ancora un drammatico calo di presenze.
Il canale del duty free & travel retail, storicamente importante per Masi, soffre ancora della sostanziale riduzione dei viaggi internazionali. L’offtrade, rappresentato per il Gruppo Masi dai monopoli e dalle catene retail, ha mantenuto la sua operatività, pur se con un trend che ha risentito di volta in volta dello spostamento del consumo di vini riorientato verso l’horeca quando quest’ultima è stata in grado di operare. L’online continua a conseguire incrementi di robusta significatività percentuale, anche se in numeri assoluti rappresenta una parte minoritaria della nostra distribuzione, così come per tutti i produttori di vini a marchio premium.
Analizzando il trend dei ricavi a livello geografico si nota il rilevante incremento dell’Italia, che cresce del 51%, mentre gli altri Paesi europei aumentano del 24%. Le Americhe aumentano del 15% e il resto del mondo del 74%.
Alla fine del 2021 si conferma la tendenza di crescita del mix già riscontrata nei reporting trimestrali, con i top wines che hanno invertito il dato del 2020, quando si è registrato l’aumento del peso dei classic wines per effetto della riduzione della distribuzione ontrade e del conseguente aumento dell’incidenza del consumo casalingo, che normalmente si riferisce a prodotti di prezzo più accessibile.
La solvibilità della clientela e l’incasso del credito non hanno dimostrato particolari criticità e sono rimasti sostanzialmente in linea con gli esercizi precedenti.