Italia al top per denominazioni di qualità: fatturato di 14 miliardi

L’Italia si conferma primo Paese per la qualità a tavola con il fatturato al consumo dei prodotti a denominazione Dop, Igp e Stg che è salito a 14 miliardi di euro, dei quali 4 miliardi realizzati all’estero, nonostante falsi e “Italian sounding”. Lo ha stimato Coldiretti, confermando i dati Istat riferiti al 2016 sui prodotti agroalimentari di qualità.

“L’Italia – sottolinea la Coldiretti – si conferma il primo Paese per numero di riconoscimenti Dop, Igp e Stg conferiti dall’Unione europea con i prodotti agroalimentari di qualità riconosciuti al 31 dicembre 2016 che sono saliti a 291 rispetto ai 245 della Francia che si colloca al secondo posto al primo gennaio 2017. I settori con il maggior numero di riconoscimenti – continua la Coldiretti – sono gli Ortofrutticoli e cereali (110 prodotti), i Formaggi (52), gli Oli extravergine di oliva (45), le Preparazioni di carni (41), mentre le Carni fresche e Altri settori comprendono, rispettivamente, 5 e 38 specialità. Ben il 92% delle produzioni tipiche nazionali nasce nei Comuni italiani con meno di 5.000 abitanti, secondo il recente lo studio Coldiretti Symbola, dal quale si evidenzia che nel dettaglio, garantiscono la produzione di tutti i 52 formaggi a denominazione, del 97% degli olii extravergini di oliva, del 90% dei salumi e dei prodotti a base di carne, dell’89% degli ortofrutticoli e cereali e dell’85% dei prodotti della panetteria e della pasticceria”.

Questa ricchezza è resa possibile, secondo la Coldiretti, da 83.695 operatori, dei quali la stragrande maggioranza (78.744) sono attivi nella produzione agricola mentre i restanti nella trasformazione.

“Oltre che sul piano economico le produzioni tutelate – continua la Coldiretti – svolgono un ruolo importante per l’ambiente soprattutto nelle aree interne più difficili del Paese con oltre i tre quarti dei produttori agricoli e degli allevatori (76,3%) coinvolti che sono attivi in aree montane e collinari”.

Il successo dei prodotti agroalimentari di qualità potrebbe ulteriormente migliorare con una più efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale che fattura oltre 60 miliardi di euro utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale. A preoccupare sono gli effetti del Trattato di libero scambio con il Canada (Ceta) in corso di ratifica in Italia.

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