Prodotti per intolleranti, un business da 3,6 miliardi

Il paniere dei  prodotti “senza glutine” o “senza lattosio” ha raggiunto i 3,6 miliardi di euro di sell-out, sfiorando il +2% di crescita.

Ormai presenza abituale nel menù degli italiani, oltre il 13% dei prodotti alimentari venduti in supermercati e ipermercati è adatto anche a chi soffre di intolleranze alimentari.

I prodotti per intolleranti, negli anni, hanno continuato a guadagnare spazio sul budget alimentare delle famiglie ma, secondo la sesta edizione dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy , la crescita delle vendite sta rallentando.

I prodotti etichettati come “senza glutine” o “senza lattosio” , nell’anno finito a giugno 2019, hanno generato il 14,4% del giro d’affari di tutto il perimetro alimentare dell’Osservatorio Immagino (esclusi acqua e alcolici).

In valore, quello dei prodotti per intolleranti è un comparto da 3,6 miliardi di euro di vendite. Ha messo a segno una crescita del +1,9%.

Un trend positivo ma meno brillante rispetto a quello ottenuto nei 12 mesi precedenti, quando il sell-out era cresciuto di +3,2%. Da segnalare anche il rilevante calo dell’intensità promozionale, diminuita in un anno di due punti percentuali, e scesa così al 31,0%.

Il paniere più importante è quello dei prodotti con il claim “senza glutine”.  Arrivato a rappresentare l’11,8% dei prodotti rilevati dall’Osservatorio Immagino ha generato l’11,9% delle vendite canalizzate da supermercati e ipermercati. Nell’anno finito a giugno 2019, il gluten free è cresciuto di 0,8%, meno dei 12 mesi precedenti (+2,6%), a causa della minore spinta dell’offerta. Ma questo claim è aumentato sulle confezioni di carni bovine lavorate, ketchup, maionese, praline e cioccolato.

Invece il logo della spiga sbarrata, rilasciato dall’Associazione italiana celiachia, ha visto aumentare le vendite del 3,8% in un anno, arrivando al 2,7% dei prodotti rilevati e al 2,3% di quota sulle vendite complessive. Merito della crescita dell’offerta e delle performance di affettati, preparati per brodo in gelatina, prodotti bovini lavorati, panificati e piatti pronti surgelati.

Quanto all’universo dei prodotti “senza lattosio” nell’ultimo anno le vendite hanno continuato a crescere benché meno rispetto alla passato. Il sell-out è aumentato dell’1,9% contro il 4,6% dell’anno precedente. Il rallentamento della crescita è stato dettato soprattutto dalla minore crescita dell’offerta.

Complessivamente l’assenza di lattosio è stata individuata sul 2,7% degli oltre 68mila prodotti alimentari rilevati, per un’incidenza del 4,2%. Le categorie più dinamiche sono state latte fresco, yogurt funzionali, panificati e bevande vegetali.

 

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