Il Dpcm colpisce le sagre autunnali
L’autunno senza sagre riguarda tre italiani su quattro. Impatto su comunità locali e circa 34mila operatori ambulanti nell’alimentare.
Il Dpcm del 18 ottobre dà lo stop a sagre e feste di Paese. La misura, per cercare di fermare il nuovo aumento di casi di coronavirus, colpisce il 73%degli italiani, che ogni anno partecipano a eventi enogastronomici e folkloristici.
Questo, in sintesi, è quanto emerge da una analisi di Coldiretti/Ixè.
“Lo stop alle sagre colpisce anche gli acquisti degli italiani che sfruttano questi eventi pure per rifornire le dispense di prodotti tipici. Si stima una spesa complessiva annuale in 900 milioni”, sottolinea Coldiretti.
Sagre, fiere e mercati di paese in Italia sono dedicate spesso a prodotti tipici dell’enogastronomia: in autunno, dalle castagne ai funghi fino ai tartufi. Un momento conviviale alternativo che riguarda sia le località più turistiche, ma anche più spesso le aree interne meno battute.
Infatti il 92% delle produzioni tipiche nazionali nasce proprio nei piccoli borghi italiani con meno di cinquemila abitanti.
L’alternativa alle manifestazioni enogastronomiche cancellate dalla pandemia sono gli oltre mille mercati degli agricoltori.
“Acquistare prodotti a chilometri zero direttamente dai produttori – evidenzia la Coldiretti – è un segnale di attenzione al territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio che ci circonda, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione locale”.
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