La filiera avicola italiana vale 8 miliardi di euro

Nel 2018 la filiera avicola (pollo e carni bianche) ha generato ricadute economiche e occupazionali per 7,9 miliardi, lo o,45% del PIL italiano.

Secondo lo studio di Althesys la filiera avicola, con 21,7 miliardi di euro di giro d’affari complessivo, è un vero e proprio “moltiplicatore economico”. Ogni euro di valore condiviso generato nella fase di trasformazione infatti ne produce 5,70 sul resto del comparto. Il settore dà lavoro a circa 83mila addetti lungo la filiera e, per ogni dipendente nella trasformazione, vengono creati altri due posti di lavoro e mezzo lungo tutte le altre fasi della filiera (incubatoi, agricoltura, mangimi, industria, housing allevamenti, servizi, logistica, distribuzione e vendita).

L’avicoltura italiana è forse l’unico comparto zootecnico che garantisce un prodotto e una filiera 100% made in Italy: dagli animali, nati e allevati in Italia, alla trasformazione, dalla logistica al prodotto finale. In meno di dieci anni il settore ha fatto passi da gigante sul fronte del benessere animale, della sicurezza e della riduzione degli antibiotici (-80%), registrando, a fronte di importanti investimenti, una crescita di fatturato del 7,5%, oggi a quota 5,7 miliardi.

Secondo i dati della relazione annuale Unaitalia, nel 2018 l’export di carni avicunicole è stato di oltre 176mila tonnellate (il 13% della produzione totale), pari a 389 milioni di euro. Tra i Paesi target oltreconfine soprattutto l’Ue, che copre i due terzi dell’export avicolo italiano, in particolar modo Germania (che assorbe il 42%), Grecia e Francia.

Tra le carni più prodotte a livello mondiale, 124 milioni di tonnellate nel 2018, il pollo risulta quella più amata dagli italiani, che lo scelgono per la leggerezza, l’alto valore nutrizionale e il basso apporto calorico. Con il 35% degli acquisti domestici delle carni fresche, le carni della filiera avicola sono le più consumate nelle case italiane e registrano una crescita costante sia nei volumi che nella spesa, +0,6% i volumi e +3,6% sul 2017, secondo l’elaborazione d’Ismea su dati Nielsen.

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