Ettore Prandini è il nuovo Presidente nazionale di Coldiretti

Il 46enne Ettore Prandini è il nuovo Presidente nazionale di Coldiretti, che prenderà il posto di Roberto Moncalvo, nuovo Presidente di Coldiretti Piemonte.

È stato eletto all’unanimità dall’Assemblea dei delegati di tutte le regioni riunita, il 7 novembre, a Palazzo Rospigliosi a Roma. Al suo fianco ci saranno tre vice presidenti, Nicola Bertinelli, attuale presidente di Coldiretti Emilia Romagna e del Consorzio Parmigiano ReggianoDavid Granieri (Lazio) e Gennaro Masiello (Campania) oltre che Maria Letizia Gardoni (Marche), Francesco Ferreri (Sicilia), Daniele Salvagno (Veneto) e Savino Muraglia (Puglia).

Si tratta della giunta più giovane di sempre con un’età media di 41 anni e 9 mesi, poco superiore a quella media dei presidenti delle Federazioni Coldiretti sul territorio che è di 43 anni e 10 mesi, anch’essa la più bassa della storia.

Laureato in giurisprudenza, Prandini guida un’azienda zootecnica di bovini da latte e gestisce un’impresa vitivinicola con produzione di Lugana. Dal 2006 è alla guida della Coldiretti Brescia mentre dal 2012 è al vertice della Coldiretti Lombardia. Dal 2013 è inoltre vice Presidente dell’Associazione Italiana Allevatori e Presidente dell’Istituto Sperimentale Italiano “L. Spallanzani”. È stato eletto alla presidenza nazionale di Coldiretti dopo aver ricoperto, per quattro anni, la carica di vice.

Prandini prende il timone di una organizzazione in crescita fondata che conta oggi su 1,6 milioni di associati ed è una grande forza sociale che rappresenta la maggioranza assoluta delle imprese che operano nell’agricoltura italiana che la rendono la più grande Organizzazione agricola italiana ed europea a cui fanno capo circa il 70 per cento degli iscritti alle Camere di Commercio tra le organizzazioni di rappresentanza.

La Coldiretti è anche la prima organizzazione agricola datoriale come numero di imprese che assumono manodopera. La sua diffusione è capillare su tutto il territorio nazionale: 20 federazioni regionali, 95 federazioni interprovinciali e provinciali, 853 Uffici di Zona e 4.143 sezioni comunali. In pratica, l’organizzazione è presente in quasi ogni comune del nostro Paese.

“In un momento così importante con sfide e cambiamenti per il nostro Paese, l’agroalimentare Made in Italy rappresenta una certezza da cui partire per far crescere economia ed occupazione ma anche per tutelare l’ambiente, il territorio e la sicurezza dei cittadini – spiega Prandini -. Gli agricoltori stanno facendo la loro parte ma possiamo e dobbiamo dare di più creando le condizioni per garantire reddito alle imprese, rilanciando un sistema in grado di offrire prezzi più giusti alla produzione, meno burocrazia e maggiore competitività, a partire da una politica di accordi di libero scambio che non penalizzino i nostri prodotti a livello internazionale fino a una legge comunitaria per l’etichettatura d’origine che garantisca vera trasparenza e libertà di scelta ai consumatori.”

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