Barolo: apre la cantina L”Astemia Pentita

È stata inaugurata L’’Astemia Pentita (volutamente con due apostrofi nel nome), la prima cantina vitivinicola pop nata dall’idea dell’imprenditrice piemontese Sandra Vezza.

Ed è proprio la stessa proprietaria a dichiararsi con questa avventura “astemia pentita”: con la decisione di dedicarsi alla produzione vitivinicola annuncia definitivamente il proprio pentimento. Il nuovo spazio – wine shop, sala degustazione e zona produttiva – è immerso nel territorio di Barolo, Patrimonio Mondiale dell’Unesco, sulla collina dei Cannubi.

Dieci le etichette prodotte – dal Barolo al Langhe Nebbiolo, dal Barbera al Dolcetto d’Alba, fino ai bianchi come il Riesling – in 30 ettari di vigneti. Due, invece, gli enologi di fiducia: Mauro Daniele, con 40 anni di esperienza nel mondo dei vini piemontesi, e Donato Lanati, conosciuto a livello internazionale e proprietario del centro di ricerca Enosis.

Non solo vino, L’’Astemia Pentita punta molto anche sull’estetica, di rottura e controcorrente, con un progetto architettonico d’impatto curato per la parte esterna dall’architetto Gianni Arnaudo e per la parte interna dalla stessa proprietaria.

Appoggiata come una scultura sulla dolce collina tra i filari dei vigneti, la cantina è infatti costituita da due grandi volumi sovrapposti, che evocano le forme di due casse da vino fuori scala e ospitano il wine shop a piano terra e la sala degustazioni e ricevimento clienti al primo piano. La volumetria esterna dell’edificio si sviluppa per circa 400 mentre la parte ipogea, che ospita tutte le fasi del processo produttivo – il reparto di produzione, l’invecchiamento delle botti, l’imbottigliamento, lo stoccaggio, il reparto spedizioni – si sviluppa su due piani con un totale di 3200 mq, una superficie di oltre otto volte maggiore rispetto ai piani esterni.

Vezza ha voluto creare ambienti che richiamassero le varie fasi del processo produttivo del vino: le superfici superiori dell’area dedicata alla vendemmia, alla lavorazione e all’invecchiamento, rappresentano così una decorazione a foglie di vite (foglie di nebbiolo ingrandite) colte nei colori autunnali, periodo in cui iniziano questi processi di produzione; l’ambiente sottostante, in cui avviene l’imbottigliamento, lo stoccaggio in bottiglie, il confezionamento, evoca invece la primavera con le tonalità dei verdi brillanti, periodo in cui inizia questa parte del processo. Gli spazi proseguono con il tunnel che collega la cantina all’esterno e che rappresenta la fase successiva al processo produttivo, il risposo.

“Sono sempre stata innamorata delle mie Langhe, dove sono cresciuta e dove vivo – racconta Sandra Vezza – la mia passione è da sempre camminare tra i vigneti, e rimanerci ore a pensare, guardando questo paesaggio spettacolare che cambia continuamente colore ogni mese dell’anno. Fin quando un giorno, proprio camminando, ho conosciuto una coppia di anziani signori, fratello e sorella, Teobaldo e Livia De Magistris, che, avendo quasi  90 anni, da tempo volevano vendere i propri terreni, ma solo a chi il cuore avrebbe detto sì. Nell’istante in cui ci siamo incontrati, tra di noi c’è stata subito una grande intesa e il Signor Teobaldo, guardandomi negli occhi, mi ha detto ‘lei mi piace, è una langarola, sarei felice di poterle vendere la mia vigna’. E cosi è iniziata la mia avventura nel vino”.

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