Aziende food: fallimenti in calo del 15,1%

Nel 2018 i fallimenti delle imprese italiane sono diminuiti del 5,9% rispetto al 2017 (da 11.939  a 11.233), con cali più significativi nel settore industriale (-8,1%, 2.010 aziende fallite) e più contenuti invece nell’edilizia (-2,3%).

CRIBIS, società del Gruppo CRIF specializzata nella business information, ha diffuso i dati sui fallimenti delle aziende del Bel Paese negli ultimi 10 anni. Secondo l’analisi emerge un quadro piuttosto positivo per le imprese italiane.

Il food è uno dei settori più virtuosi. Nel 2018 si è registrato infatti una diminuzione dei fallimenti del 15,1%, che ha visto coinvolte 32 realtà in meno (180) rispetto al 2017 (212).

 

 

“I dati sui fallimenti 2018 – commenta Marco Preti (nella foto), amministratore delegato di CRIBIS – confermano un trend positivo che va avanti dal 2015 e che vede il numero delle aziende costrette a chiudere i battenti ridursi sempre più. Tra 2016 e 2017 (-11,3%) abbiamo rilevato il calo maggiore mentre in termini assoluti l’anno più negativo del decennio è stato proprio il 2014, quando ben 15336 aziende sono state costrette a portare i libri in tribunale. Il numero di fallimenti registrato lo scorso anno, è inferiore a quanto avevamo rilevato nel 2011, quando le imprese costrette a chiudere per il cattivo andamento del business erano state 11.840”.

 

La Lombardia, motore economico dell’Italia, è la regione dove si registra il più elevato numero di fallimenti (2.433, 21,8% del totale), seguita dal Lazio (1417, 12,7%) e dalla Toscana (933, 8,3%). Poco più distante il Veneto (902, 8,1%), che precede Campania (854, 7,6%), Sicilia (749, 6,7%) ed Emilia-Romagna (745, 6,6%). In Piemonte il numero di aziende costrette a chiudere i battenti (720) è più elevato del 43% rispetto a quello che CRIBIS ha rilevato in Puglia (493) ed è più del doppio rispetto a Marche (328), Sardegna (285) e Calabria (272).

La tendenza generale è confermata in particolare anche per le realtà del food con 27 fallimenti in Lombardia a cui segue Lazio e Toscana. É a sorpresa la Campania la regione in cui, dal 2010, si sono registrati più chiusure dal 2010. Sono infatti ben 239 le aziende campane che hanno portato i libri in tribunale, in otto anni.

 

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