Assica: cresce l’export ma calano i consumi dei salumi

Le 180 aziende associate hanno registrato un fatturato da 8 miliardi di euro, di questi 1,5 provenienti dall’export.

Presentato a Roma, il 13 giugno, il rapporto annuale di Assica, l’associazione degli industriali delle carni e dei salumi aderente a Confindustria che ha posto al centro della discussione il tema del futuro dell’intera filiera. Questa è stata anche l’occasione per diffondere i dati economici di un settore, quello dei salumi, che registra una lieve crescita nell’export e invece una flessione nei consumi.

Le aziende associate, 180 marchi della salumeria italiana che esprimono l’80% del fatturato industriale della produzione delle carni trasformate (salumi, carni in scatola, grassi suini lavorati), nel 2018 hanno superato gli 8 miliardi di euro, e di questi circa 1,5 miliardi di euro grazie all’esportazione. Anche la produzione di salumi è cresciuta superando le 1,184 milioni di tonnellate da 1,177 del 2017 (+0,6%).  I consumi invece hanno registrato una flessione dello 0,9% che vede però le preferenze degli italiani invariata rispetto allo scorso anno: al primo posto c’è sempre il prosciutto cotto, con una quota pari al 26,4% del totale dei salumi, seguono prosciutto crudo (21,8%), mortadella e wurstel (19%), salame (7,9%) e bresaola (1,4%).

“Il 2018 ha segnato un incremento dei livelli produttivi del settore suinicolo, caratterizzato tuttavia da consumi stagnanti e da un rallentamento della crescita delle esportazioni – ha affermato il presidente di Assica, Nicola Levoni, appena riconfermato nel mandato –. Registriamo con estremo favore la previsione nel decreto emergenze in agricoltura di un apposito fondo per l’ammodernamento, l’innovazione e la promozione del settore suinicolo. Un segnale di attenzione tempestivo, concreto e niente affatto trascurabile. E l’approccio trasversale a tutte le forze parlamentari e di Governo con cui è stato portato avanti questo provvedimento ci conferma ancora una volta di quanto il nostro settore e l’agroalimentare tutto siano effettivamente al centro del rilancio del nostro Paese”.

“Per una ripresa dei consumi interni, in flessione ormai da anni, occorre ridare slancio all’economia nazionale, ricordando la centralità dell’impresa che non deve essere più vista con diffidenza ma come un partner importante all’interno della filiera e una garanzia per il consumatore. Oggi sono più che mai una priorità le iniziative volte alla corretta informazione e alla promozione di moderni e corretti stili alimentari e di vita per valorizzare la tradizione e la tipicità del nostro settore” ha continuato Levoni.

Leave a Reply

SHARE