Gli hotel salvano le cene e ripartono dalla ristorazione

di francesca corradi
L’ultimo Dpcm anti-contagi Covid-19 impone la chiusura dei ristoranti alle 18, ma non parla di cene in albergo.
La stanza è gratis se si cena in hotel o, viceversa, la cena è in omaggio se si alloggia in una struttura. Dal 25 ottobre fioccano proposte per offrire un momento di convivialità nella tavola di un albergo.
Considerato l’invito a non viaggiare, se non strettamente necessario, e i costi di manutenzione di una struttura alberghiera, nettamente superiori a quelli di un bar o una tavola calda, gli imprenditori dell’hotellerie cercano di sopravvivere attirando clienti con alcuni escamotage. Tra questi l’offerta di una cena.

Ecco, allora, che la cucina diventa, ancora una volta, protagonista. E chi non ce l’ha si attrezza ricorrendo ai “temporary restaurant” e impiegando, spesso, la forza lavoro a spasso: un servizio che può così garantire anche dei pasti in camera per chi non dispone di una sala da pranzo.

Tutto in regola, sembra. Nessuno, infatti, vieta di soggiornare in una camera per una notte e nessuno, inoltre, impone quando lasciarla se a mezzanotte o alle 10 del mattino. Gli imprenditori assicurano: “stanno arrivando le prime prenotazioni”.

Quanto ancora durerà questa iniziativa non si sa, visto la stretta attesa nelle prossime ore. Questo, però, potrebbe mettere sotto i riflettori un aspetto spesso sottovalutato: l’importanza crescente del food & beverage nelle strutture ricettive che stanno diventando dei veri riferimenti gastronomici e stellati.

Nelle metropoli d’Europa e di tutto il mondo è ormai prassi, in Italia sta prendendo sempre più piede: mangiare nei ristoranti degli hotel.

Investire in questa direzione, unire le forze e magari dividersi i costi e gli affitti potrebbe essere interessante, anche in vista di una ripresa. Un fenomeno, certo, che terremo sotto osservazione.

Leggi l’articolo: Ristorazione, lo stop alle 18 e l’effetto domino sulla filiera

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