Ristoranti: “Affitto, quanto mi costi”

di francesca corradi

In questo momento l’affitto pesa circa il 30% sul volume d’affari dei ristoranti italiani raggiungendo quello che, da sempre, è la spesa più alta, ovvero il personale.

Solo otto mesi fa, pre emergenza sanitaria, la situazione era ben diversa. Il canone di locazione, in passato, incideva per poco più del 10% sui bilanci dei pubblici esercizi, triplicato, invece in questi giorni.

Nonostante, secondo le stime, il settore della ristorazione a fine anno segnerà una flessione del volume d’affari di 24,1 miliardi di euro, pari a circa il 27% in meno rispetto al 2019, i costi degli affitti sembrano non adeguarsi al momento.

Costi invariati, ricavi crollati.

Non è un caso dunque che quello dei contratti di locazione sia, ora, una delle priorità e delle preoccupazioni per i titolari di bar e ristoranti. Da marzo a giugno hanno perso, in un sol colpo, circa il 67% dei loro fatturati.

Di conseguenza, quella della rimodulazione degli affitti è diventata una delle principali battaglie della Fipe-Confcommercio.

Tra le richieste, inseriti nel Dl agosto, ci sono: incentivi fiscali per i proprietari di immobili disposti a ridurre temporaneamente i canoni delle locazioni commerciali e, soprattutto, il blocco dell’esecuzione degli sfratti fino a fine 2021, dichiarando improcedibili le intimazioni di sfratto per chi ha provveduto almeno parzialmente a saldare le rate arretrate.

Il settore si spacca e nasce quindi un divario: ristoratori di Serie A e di Serie B.

Chi stipula oggi un nuovo contratto, infatti, beneficia di canoni più bassi fino al 15% rispetto a un anno fa. Questo vantaggio che viene mantenuto per tutta la durata della locazione, solitamente un 6+6 anni. Chi invece ne ha già uno in vigore, deve rinegoziarlo con il proprietario ma non sempre è facile.

In soccorso dei conduttori arriva, però, la magistratura con una pronuncia che potrebbe far cambiare idea ai locatori, convincendoli al ribasso. Il 27 agosto, infatti, il Tribunale di Roma, in merito a un contenzioso tra locatario e proprietario, ha emesso un’ordinanza che impone a quest’ultimo di ridurre il canone d’affitto del 40% per i mesi di marzo e aprile, in pieno lockdown, e del 20% per i mesi successivi, fino a marzo 2021.

È impensabile, per bar e ristoranti, pagare oggi lo stesso affitto di prima: cifre altissime se si pensa alla piazza milanese o romana. Se si va avanti così temo che nel 2021 un esercizio su due sarà costretto ad abbassare la serranda, non momentaneamente ma per sempre. Chi prenderà il loro posto?

Foto di Simone Daino

Leave a Reply

SHARE