Quali limiti al rumore di bar, pizzerie e ristoranti in condominio?
*a cena con diritto
Quali sono i limiti consentiti al chiasso quando si parla di bar, pizzerie e ristoranti? Preliminarmente occorre verificare la sussistenza o meno di un regolamento condominiale che, se contrattuale, può stabilire il divieto di svolgere, nel condominio, attività di ristorazione, rumorose o altrimenti moleste, prevalendo in tal modo sulla disciplina dettata dalla legge, ferma la prova concreta che l’attività produca questi pregiudizi (Cassazione, 21307 del 20 ottobre 2016).
In difetto di specifiche disposizioni di tale natura occorre fare riferimento all’articolo 844 del Codice civile, in forza del quale il proprietario non può impedire i rumori o le immissioni di fumo e di odori derivanti dal fondo vicino se non superano la normale tollerabilità, avuto riguardo alle condizioni dei luoghi.
La norma, tuttavia, non prevede un limite predeterminato per stabilire la tollerabilità del rumore, per cui occorre fare riferimento alle caratteristiche del caso concreto, tenuto conto delle condizioni dei luoghi e di vita e delle persone nell’attuale momento storico, con conseguente responsabilità civile del gestore, cui possono essere imposti specifici accorgimenti diretti a eliminare la situazione pregiudizievole, laddove tale limite venga superato
Alla normale tollerabilità fa riferimento anche l’articolo 6 ter della legge 13/2009 in materia di immissioni rumorose (“Nell’accertare la normale tollerabilità delle immissioni e delle emissioni acustiche, ai sensi dell’articolo 844 del codice civile, sono fatte salve in ogni caso le disposizioni di legge e di regolamento vigenti che disciplinano specifiche sorgenti e la priorità di un determinato uso”).
Le immissioni rumorose possono generare anche una responsabilità penale in capo al gestore di un locale ai sensi dell’art. 659 c.p. – disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone- laddove a tutela dell’ordine e della tranquillità pubblica non impedisca i costanti schiamazzi degli avventori in sosta dinanzi al proprio locale (a condizione che il disturbo sia provocato non alla singola persona ma ad un gruppo indeterminato di persone
Significativa in materia la recente pronuncia del Tribunale di Pavia- sentenza 676/2023 -, che per bar, ristoranti e in genere attività di somministrazione alimentare aperte al pubblico svolte in ambito condominiale ha stabilito l’impossibilità di dar luogo a rumori che eccedano la soglia di tre decibel rispetto a quelli di fondo, ossia quelli provenienti dall’esterno.
*di alessandro klun