Poke Sun-Rice: il fondatore Mario Traverso racconta le novità di questo 2022

di letizia ceriani

La catena di poke vicentina Poke Sun-Rice nasce nel 2019 dall’idea del giovane fondatore Mario Traverso. Il 2021 si è chiuso con successo: 13 le sedi attive e 7 i milioni fatturati, con una crescita del 300% rispetto al 2020. Dopo aver sfidato la sorte durante l’anno della pandemia, alte sono le ambizioni. Entro il 2022, Traversi punta a chiudere con un fatturato di oltre 20 milioni e ad aprire altri 17 punti vendita, arrivando così a quota 30.

Poke Sun-Rice è una community dedicata all’healthy food, diventata una realtà capillare in tutto il Nord e Centro Italia. L’azienda è parte di TBT Food SRL, gruppo specializzato in food e retail in Italia ma che guarda al mercato estero.

Healthy food e spazio all’innovazione. Il gruppo, teso a intercettare le esigenze della sempre più numerosa clientela, ha deciso di offrire – con l’arrivo dell’estate – la possibilità di pagare in bitcoin. Poke Sun-Rice sarà la prima catena di poke in Italia ad accettare pagamenti in criptovaluta.

Abbiamo scambiato due parole con il Ceo & Founder Mario Traverso (nella foto sotto).

Poke Sun-Rice nasce nel 2019 a Vicenza e oggi ha 13 punti vendita. Come si è evoluta l’idea? Qual è stato il ritmo di crescita annuale?

L’idea è nata fin da subito come un solido progetto e con una pianificazione ben definita alle spalle.

Dopo aver registrato il marchio, consapevoli di ciò che saremmo voluti diventare, abbiamo mantenuto un buon ritmo: il primo punto vendita è stato inaugurato nel novembre 2019, tre mesi prima dell’inizio dell’emergenza sanitaria che ha destabilizzato anche la nostra possibilità di godere di una crescita normale. Ricordo che il giorno in cui la stampa annunciava il paziente 0 in Italia, io stavo firmando il contratto di quello che sarebbe dovuto essere il nostro secondo punto vendita e che, alla fine, risultò essere il quarto. Questo ritardo non fu legato a problemi economici, ma ai ritardi nei cantieri causati dal lockdown. Per questo motivo, nel 2020 siamo riusciti ad aprire soltanto altri due punti vendita.

Il 2021 invece ha visto una ripresa?

Il 2021 per noi è stato l’anno della svolta e il nostro vero “primo anno di vita”. Abbiamo contato ben dieci aperture. Un ottimo risultato per una start up in piena crisi pandemica.

Nello stesso anno abbiamo dovuto rinunciare ad ulteriori aperture per investire a livello di struttura, con figure professionali adatte alla crescita del progetto. Ora siamo strutturati e pronti ad affrontare un importante roll-out. A fine estate lanceremo un nuovo format brand, appartenente al nostro gruppo Tbt Food, che sta per “The Best Tasty Food”.

In cosa consisterà?

Il concept ve lo sveleremo in un secondo momento.  Il progetto di Tbt Food va ben oltre il poke… 

In attesa di scoprire le novità, allora, continuiamo a parlare di poke, il trend del momento. Quale pensa che sia un punto di maggiore appeal di questo piatto? Qual è il valore aggiunto di Poke Sun-Rice rispetto alla concorrenza?

Credo che il puntoi di maggiore appeal del poke è siano la sua praticità e il suo dinamismo. L’asporto e delivery non determinano alterazioni di qualità (mi riferisco soprattutto alla temperatura).

È un cibo sano, adatto anche agli sportivi e inserito nelle diete di molti nutrizionisti, ed è dinamico perché si possono creare infinite combinazioni. Il valore aggiunto di Poke Sun-Rice è l’attenzione che noi poniamo alla qualità e all’innovazione delle nostre ricette.

La vostra proposta è composta principalmente da poke quindi?

Il poke è il nostro cuore pulsante, ma abbiamo una serie di prodotti healthy alternativi al poke perché abbiamo a cuore la nostra mission iniziale: continuare ad avvicinarci a chi ama uno stile di vita sano, che sia sportivo o no. Non è semplice replicare la qualità in maniera costante ma ci impegniamo giornalmente incentivando lo staff a mantenere un ambiente friendly e un servizio di qualità nel rispetto della nostra idea ben strutturata.

Infine, i nostri punti vendita hanno una qualità ed un design molto riconoscibile, su questo non ci risparmiamo e i nostri clienti lo apprezzano. Chi entra in un punto vendita Poke Sun-Rice, riconosce subito i nostri colori e le nostre grafiche che vuole far sentire appena approdati in un luogo di vacanza, lontano dalla vita frenetica di tutti i giorni.  

Obiettivo 2022, arrivare a quota 30. Quali sono le prossime mete? Italia? Estero?

Le prossime mete in Italia sono tante: apriremo prestissimo a Roma e Milano con più di una location. Alcune di queste saranno dei flagship store nel cuore della città, altre, in città e nei centri commerciali. L’estero è sicuramente un obiettivo su cui stiamo ragionando.

Una grande novità di quest’anno sarà la possibilità di pagare in bitcoin. In cosa consiste, nel concreto? Cosa vi ha spinto verso questa tipologia di pagamento?

Non va letta come una è forma di promozione della criptovaluta bensì, come un modo per tenere sempre un occhio verso il futuro. Molti dei nostri clienti sono giovani a cui piace stare al passo con le tecnologie all’avanguardia. Per questo abbiamo deciso di offrire loro la possibilità di pagare con bitcoin, trasformando al momento del pagamento la criptovaluta in euro in modo istantaneo, senza dover subire i rischi delle oscillazioni.  

Ho notato dal vostro sito che fate anche franchising. Come funziona?

Sì, diamo la possibilità di affiliazione, ma il nostro core business rimane la gestione diretta. Affidiamo il franchising dopo un’accurata analisi del candidato, valutiamo soprattutto progetti di affiliazione a grande scala… 

Delivery. Poke Sun-Rice punta molto sulle consegne e si affida ad alcuni partner, tra cui anche Deliveroo e Glovo. Concepite la vostra attività più in loco o per la consegna? 

Sicuramente puntiamo sulle consegne. Il food in generale dovrebbe farlo. Sono indubbiamente costi non indifferenti, ma ad oggi queste piattaforme io le definisco la «new food court». Il poke, soprattutto, è il prodotto più adatto e tendenzialmente non vediamo un grosso distacco tra la consumazione in loco e take away o delivery. Questo perché la nostra policy è quella di realizzare locali che possano ospitare comodamente i clienti. La differenza sta nella fascia oraria: di sera, i servizi di take away e delivery dimostrano un maggior sollecito rispetto alla pausa pranzo. 

Letizia Ceriani

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