Pizza bianca e supplì, un avvocato apre Romoletto a Milano

Milano è una di quelle città cosmopolite, regno della globalizzazione, dove come si suol dire c’è tutto. Vero. Ma come ogni regola, anche questa ha le sue eccezioni. Ne sanno qualcosa gli appassionati di street food romano. Parliamo di pizza bianca alla pala e supplì al telefono. Il “vuoto”, però, è stato riempito in questi giorni dall’apertura di Romoletto.

A ideare il format è stato uno dei più quotati avvocati d’affari italiani. Romano di nascita e milanese per lavoro. Socio della sede italiana della law firm americana Orrick, Carlo Montella ha individuato la casella vuota nel panorama della sconfinata offerta per i food lovers di base a Milano e ha deciso di dar vita a questo negozio che vende le sue specialità su strada, in corso di Porta Ticinese. Il progetto è stato realizzato assieme a Dario Lorenzi, general manager di Lorenzi consulting, che ha all’attivo (solo per citarne due) l’ideazione dell’enoteca Simposio e la realizzazione del progetto Gusto a Roma.

Il nome “Romoletto” è un accorato omaggio alla Capitale e alle sue origini più antiche; il logo, un fornaio in bici con la pizza bianca fumante nel cestino, ricorda simpaticamente un famoso spot degli anni ’70 in cui un giovanissimo (e stonatissimo) Ninetto Davoli attraversava in bicicletta una Roma deserta all’alba per portare il pane appena sfornato a domicilio, canticchiando stornelli romani.

I sapori di Romoletto sono quelli classici del cibo da strada della Capitale. La pizza bianca nasce nell’antica Roma quando i fornai cuocevano un panetto di impasto prima del pane per testare la temperatura del forno: la “pinsa”, liscia o farcita coi fichi freschi, era il classico sfizio da stuzzicare a passeggio per le strade dell’Urbe. Nei secoli, la pizza bianca è rimasta la merenda preferita della Capitale: dagli scolari agli operai, la “1000 lire” di pizza bianca – ora 1 euro – è ancora oggi un’abitudine irrinunciabile.

Ma la storia del supplì non è da meno. Venduto già nel ‘700 per le strade di Roma, è stato il suo ripieno a dargli il nome: durante l’occupazione napoleonica, infatti,  era il cibo preferito dei soldati francesi, che, estasiati dalla mozzarella che al primo morso filava fumante, gridavano “Surprise!”, “Sorpresa!”.

 

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