Pietro Nicastro: dalla birra alla schiacciata

di letizia ceriani

Pietro Nicastro nasce a Gela nel 1975. La sua vita è un percorso a ostacoli. Appena sedicenne e orfano di padre, si trasferisce nella periferia di Firenze. L’incontro con la boxe gli cambia la vita: «Sono stati i valori del pugilato a insegnarmi a reagire», racconta. A 18 anni un gravissimo incidente lo confina a letto per una lunga convalescenza, ma con i soldi dell’assicurazione apre la sua prima birreria. Nicastro incassa, ma si rialza sempre.

Pietro Nicastro

Nel 2005, con il primo locale a Limite sull’Arno, avvia il primo grande progetto: Lowengrube Original Münchner Bierstube, che propone la beer experience bavarese. Lowengrube oggi è un format retail e conta 28 punti vendita di cui uno all’estero. Il brand investe sempre di più in digitalizzazione e sostenibilità e mira a creare una community.

A settembre 2022, il secondo progetto. A Lastra a Signa apre il primo locale di Tosca – L’arte del gusto. La proposta gastronomica si incentra sulla schiacciata toscana e sulle tipicità regionali: lampredotto, trippa, cecina. I prodotti sono certificati e di prima scelta.

Tosca e Lowengrube sono due facce della stessa medaglia, due format complementari declinabili in base alla domanda. Entrambi nascono da una passione e vendono l’esperienza del buon cibo.

Entro fine anno sono previste nuove aperture e l’approdo all’estero. Nicastro racconta a MAG il progetto di sviluppo dei format, digitale e sempre più sostenibile.

Il suo primo progetto, la catena Löwengrube, va avanti dal 2005. Oggi conta 28 punti. Quali saranno i prossimi sviluppi della catena?
La catena procederà come da progetto. Nei prossimi cinque anni prevediamo una crescita graduale che ci porterà ad aprire altri punti vendita, sia diretti che in affiliazione. Indubbiamente la pandemia e la crisi in atto hanno cambiato le nostre prospettive: ci stiamo adattando al nuovo mercato.

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Letizia Ceriani

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