Pasto fuori casa: salute e ambiente a rischio

Una ricerca del fondo Pictet-Nutrition, che ha preso in esame il mercato Usa, conferma l’aumento della spesa per il cibo fuori casa – ristorante, snack o asporto – rispetto alla quota investita per mangiare tra le quattro mura. Secondo le stime ogni anno gli americani spenderebbero circa 730 miliardi di dollari l’anno, un fenomeno che non riguarda gli Stati Uniti e che coinvolgerebbe tutti gli altri paesi sviluppati e una parte di quelli emergenti.

La comodità però ha un prezzo, non solo economico: studi accademici infatti hanno scoperto che “mangiare fuori” non sarebbe poi così sano e incrementerebbe l’inquinamento ambientale. Da qui la necessità – da parte delle imprese del settore – di correre ai ripari per fornire cibo di maggiore qualità, anche dal punto di vista nutrizionale, e più sostenibile. E questo, a detta dell’advisory board del fondo, potrebbe creare molte opportunità d’investimento nel comparto delle tecnologie legate all’industria alimentare.

Non a caso, di recente, i produttori hanno iniziato a sviluppare un ampio numero di nuove tecnologie che prendono spunto da metodi tradizionali di conservazione del cibo – come utilizzare le alte o basse temperature – per migliorare sia il sapore che i tempi di scadenza, senza l’aiuto di ingredienti dannosi per la salute. Ad esempio, alcune società stanno sviluppando sistemi basati sulla luce ultravioletta, le frequenze radio o i fasci di elettroni per migliorare il metodo conosciuto come “pastorizzazione lampo”, che utilizza le alte temperature per uccidere i micro-organismi come le muffe e i batteri. Altri stanno sviluppando una versione “a freddo” della pastorizzazione a caldo, conosciuta col nome di “pressione fredda”, che utilizza le basse temperature e l’alta pressione per eliminare i micro-organismi, si legge in una nota.

L’adozione di tutti questi servizi e tecnologie sta accelerando anche grazie alla crescente consapevolezza dei consumatori dell’importanza della corretta alimentazione per la propria salute e il proprio benessere. A testimoniarlo è anche una ricerca del Dipartimento americano dell’Agricoltura che mostra come alcuni effetti negativi del mangiare fuori casa sulla qualità dell’alimentazione siano diminuiti negli ultimi anni, in particolare per quanto riguarda il consumo di grano integrale, sodio e verdure.

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