Osservatorio Confimprese – EY: per la ristorazione un calo del 44%

 

L’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e non food elaborato da Confimprese-EY riporta un trend negativo. La ristorazione,  con -44,4% nel primo semestre 2020, è uno dei settori più in sofferenza.

Tempo di bilanci a sei mesi dall’inizio di un anno drammaticamente segnato da tre mesi di lockdown. I dati rilevati dall’Osservatorio permanente Confimprese-EY sono ancora tutti negativi e segnalano una pesante flessione del 43%. Nell’analisi del mese di giugno, primo mese post Covid senza lockdown, ovvero senza giorni di chiusura, si registra un -30% nella ristorazione.

«Al di là delle cifre che – spiega Mario Maiocchi, consigliere delegato Confimprese – occorre soffermarsi sulle modifiche strutturali nei modelli di vita, in particolare smart working e viaggi di affari e di flussi internazionali. Saranno da valutare gli sviluppi sulle location highstreet delle grandi città e sul canale travel per la ridotta presenza. Di contro ci sarà un ritorno di attenzione su location periferiche delle grandi città e centri storici delle città di provincia».

A livello regionale in giugno la Toscana si riconferma la regione con le peggiori performance (-33%). Seguono Emilia-Romagna (-30%), Lombardia (-29,6%), Trentino (-29%), Lazio (28,7%), Campania (28,1%). Le regioni impattate in misura minore sono state Valle d’Aosta e Basilicata.

Quanto a Pta (primary trade area) sempre nel mese di giugno vs stesso mese 2019, si riscontrano performance notevolmente inferiori alla media (-due digit) in tutta Italia. In particolare sono state colpite alcune location come Milano e provincia: Corso Buenos Aires -40%, Fiordaliso -34%, Il Centro -35%.

“Se guardiamo i trend negli ultimi quattro mesi – chiarisce Paolo Lobetti Bodoni, business consulting leader Italy EY –, possiamo vedere come il trend negativo del canale fisico sia stato pari al -62%. Si sono persi quasi i due terzi delle vendite rispetto all’anno scorso. In particolare, notiamo che l’abbigliamento e la ristorazione hanno registrato trend negativi del 65%”.

 

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