Per la Mozzarella di Bufala Campana Dop maggiore tutela in Usa

Gli Stati Uniti sono i primi importatori extra Ue, con una quota pari al 7%, di mozzarella Dop

Più chiarezza sul libero utilizzo del nome ‘mozzarella’ per indicare una tipologia di formaggio. L’intesa firmata il 6 agosto dal presidente del Consorzio di Tutela, Domenico Raimondo, e dal vicepresidente del US Dairy, nonché direttore del Consorzio dei Nomi Comuni, Jaime Castaneda, offre maggiore trasparenza nei confronti dei consumatori.

Lo storico accordo aprirà la strada a un nuovo dialogo sulla protezione dei prodotti di origine in America e anche nei mercati globali, nel rispetto dei diritti delle aziende di produrre prodotti generici. I due enti infatti riconoscono il carattere distintivo della denominazione Mozzarella di Bufala Campana Dop e il documento congiunto stabilisce che qualsiasi richiamo, testuale o grafico, al territorio di produzione su un prodotto similare lede i diritti della Dop campana. Si concorda poi sul libero utilizzo del termine mozzarella per definire un formaggio prodotto secondo quanto disposto dal Codex Alimentarius e dello standard Food and Drug Administration Usa.

Inoltre, Raimondo e Castaneda hanno inviato una lettera congiunta alla Commissione europea e ai governi degli Stati Uniti e dell’Italia chiedendo di condividere questo accordo e di sostenere gli sforzi per proteggere sia la denominazione Mozzarella di Bufala Campana sia l’uso libero del termine mozzarella nei mercati di tutto il mondo.

“Questo accordo porterà chiarezza ai consumatori americani e globali, proteggendo al contempo la loro capacità di scegliere tra un’ampia selezione di prodotti alimentari di alta qualità”, spiega Castaneda. “Si tratta di un passo importante – aggiunge – sulla strada del dialogo per proteggere i diritti dei produttori di nomi generici e dei titolari di indicazioni geografiche. Non vediamo l’ora di continuare a lavorare con i nostri colleghi italiani per costruire il futuro su queste fondamenta di rispetto reciproco per le nostre rispettive industrie alimentari e vinicole”.

“Abbiamo incontrato interlocutori seri e preparati – sottolinea Raimondo – e questo accordo è il primo frutto di una collaborazione che ci auguriamo possa estendersi ad altri formaggi e portare alla risoluzione di annosi problemi. Abbiamo lanciato un messaggio alla politica: da questo dialogo si deve partire, è il punto di inizio per distendere i rapporti. Solo così si possono evitare chiusure e politiche protezionistiche”.

 

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