Loison diventa case study, in azienda venti talenti internazionali

L’azienda vicentina Loison Pasticceri ha aperto le sue porte a una ventina di talenti provenienti da tutto il mondo, partecipanti al programma Artisanship at Scale di Italia Innovation. L’iniziativa, nata nel 2015 e alla sua quarta edizione, mette in contatto giovani e imprenditori, incoraggiando i primi a disegnare il futuro dell’industria. Il percorso di formazione rappresenta inoltre una riflessione sul contributo che il nostro Paese può dare allo sviluppo di tematiche di rilevanza internazionale, mostrare quello che l’Italia sta facendo per l’innovazione industriale e al tempo stesso aiutare i giovani a progettare quello che ancora manca.

 

Loison, insieme a Luxardo, Levoni e Gucci, ha preso parte al progetto sulla scalabilità del sapere artigianale. L’obiettivo è spiegare e dimostrare come un paese possa trasformare il suo patrimonio artigianale su larga scala e dare impulso a nuove imprese a livello globale.

Dario Loison, dal 1994 alle redini dell’azienda dolciaria, lo scorso 5 giugno ha accompagnato i giovani ospiti nella visita ai vari reparti artigianali – produzione e confezionamento – dove hanno potuto elaborare “il caso studio”, analizzare una serie di macrotrend sulla scalabilità del know-how della produzione artigianale e comparare una serie di benchmark.

 

Artisanship at Scale, in programma dal 4 al 22 giugno, ha come direttore accademico Roy Green, già direttore della Business School della University of Technology di Sydney, al quale si affiancano Marina Puricelli (Università Bocconi), John Bruce (Parsons School of Design, The New School), Elizabeth Segran (giornalista di FastCompany), Scott Hartley (venture capitalist e autore del libro The Fuzzy and the Techie), Jake Knapp, IDEO fellow e precedentemente Design Partner di Google Ventures. L’iniziativa di Italia Innovation comprende due ulteriori percorsi di formazione con tematiche che meritano altrettanto interesse: l’approccio responsabile e sostenibile per la crescita di un business e la qualità come fattore “disruptive” per l’innovazione delle imprese.

 

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