Locali storici: business in calo fino all’80% nelle città d’arte

 Riaprono, in questi giorni, alcuni dei 220 luoghi simbolo dell’ospitalità – tra bar, ristoranti e hotel – dell’Associazione Locali storici d’Italia. Profondamente colpiti in questi mesi a causa dell’assenza di turismo estero.

Secondo un recente sondaggio dell’Associazione, gli epicentri dell’ospitalità di Venezia, Torino, Firenze, Milano, Bologna, Roma, ma anche delle province storiche, hanno accusato negli ultimi sei mesi un calo del fatturato tra il 50% e l’80%. Lo stesso trend si può calcolare sul numero di addetti impiegati.

“Si tratta più di un segnale di speranza che di convenienza. Questi avamposti dell’ospitalità italiana – ognuno con una storia che sfiora mediamente i due secoli di vita – si sentono come dei fari nella nebbia. Sono lasciati soli dal Governo e dai ministeri competenti”, ha commentato Enrico Magenes, presidente dell’associazione.

Veneto, Lombardia, Toscana, Piemonte, Liguria e Campania sono le regioni con la più alta presenza di locali storici, da secoli baluardi di stile e gusto made in Italy. In media attivi da circa 180 anni, sono guidati nella metà dei casi da due o più generazioni della stessa famiglia, fino a toccare le 12 generazioni.

I locali storici, ora, chiedono una legge con strumenti di protezione dedicati a contributi con rateazione a lungo termine. A questo si aggiunge la richiestadi sgravi fiscali al condono fiscale per non capitolare.

 

“I nostri alberghi, ristoranti, confetterie, pasticcerie, caffè letterari e fiaschetterie, sono tra le principali vittime del virus – ha proseguito Magenes –. Hanno, in gran parte, condiviso il destino delle loro città d’arte, dallo smart working alla mancanza di turisti esteri”.

Tra le testimonianze, quella del Caffè Florian di Venezia, che ha riaperto solo due mesi fa proprio nel’anno in cui dovrebbe festeggiare i tre secoli di vita. C’è anche la storica Pasticceria Lanfranchi di Cremona – mai una chiusura nemmeno per le due Guerre Mondiali – che si è chiamata presente a Pasqua, coi i suoi concittadini, per il delivery delle colombe.

Sono stati colpiti gli alberghi icona di Venezia, Milano, Torino, Rapallo. Il virus non ha risparmiato nemmeno i ristoranti e caffè di Verona e Ferrara così come le pasticcerie di Napoli e Milano. Ai locali storici sembrano però non bastare le iniezioni di capitali di soci o prestiti bancari.

 

 

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