Lactalis: “Galbani e Parmalat più potenziale dei formaggi francesi”

Il gruppo Lactalis negli ultimi 16 anni ha realizzato 110 acquisizioni in Paesi di tutto il mondo, al ritmo di sette-otto l’anno. L’Italia è il cuore dell’azienda francese che, nel Paese, ha fatto shopping per più di 6 miliardi di valore di fatturato, comprando Locatelli nel 1998, poi Invernizzi, Galbani, che oggi vale 1,2 miliardi di fatturato, Parmalat nel 2011. Lactalis, inoltre, quest’anno ha messo a segno l’acquisto di Nuova Castelli, con un investimento di circa 450 milioni.

Il colosso – numero nel lattiero-caseario con 20 miliardi di ricavi – in Italia sviluppa un fatturato superiore a quello di realtà come Ferrero e Barilla.

A Economia il presidente e ceo di Lactalis Italia ha annunciato la nuova organizzazione a livello globale e l’Italia ha un ruolo primario. “In Italia investiamo oltre 80 milioni l’anno su ricerca, fabbriche, innovazione logistica”, afferma Jean-Marc Bernier. Il 52enne ha vissuto in prima linea la storia dell’espansione nel Paese. Da 25 anni nel gruppo francese Bernier è arrivato in Italia undici anni fa con l’acquisto della Galbani.

Tra i fiori all’occhiello di Lactalis c’è, infatti, Parmalat che, con un fatturato mondiale di 6,7 miliardi, ha mantenuto integro il valore malgrado il mercato del latte in dieci anni abbia perso il 30%.

La nuova organizazione di Lactalis prevede la suddivisione in nove zone geografiche per presidiare più da vicino i mercati. L’Italia sarà l’unico Paese a fare zona a sé con i 2,5 miliardi di ricavi interni, i 30 stabilimenti e i 5mila addetti.

C’è una cabina di regia unica per ogni singola zona. In Italia c’è un board fatto di sei persone con le funzioni corporate. A questi si aggiungono i capi delle singoli divisioni, quattro in tutto: Parmalat, Galbani formaggi e salumi, la Nuova Castelli che però manterranno la loro identità aziendale.

“La maggiore spinta alla crescita del mercato italiano di Lactalis arriverà dall’export, dai grandi marchi Galbani e Parmalat. Fuori dai confini valgono già oltre mezzo miliardo di ricavi e i loro formaggi hanno un potenziale maggiore di quelli francesi, già affermati a livello globale”, afferma Bernier.

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