La Mantia torna a Milano: «Il Mercato mi ha convinto»

L’oste siciliano racconta il progetto nel contesto in Stazione Centrale. «Per ora il target è uguale a quello che avevo in Piazza Risorgimento. Lo prendo come un ringraziamento per quello che ho fatto per sei anni»

di camilla rocca

Tra le aperture più attese dell’anno, il ritorno di Filippo La Mantia a Milano, nello scenario di Mercato Centrale, racconta di una nuova tipologia di ristorazione. Meno legata al classico format di ristorante ma inserita all’interno di un contesto più ampio e, in definitiva, più stimolante. Più inclusivo, dato che al Mercato Centrale c’è posto per tutte le tasche e tutti i gusti, ma anche unico nel suo genere, rappresentante di un territorio che con il viaggio ha molto a che fare: la Sicilia.
E così il Mercato Centrale vira sempre più a diventare un format d’arrivo piuttosto che un luogo di partenza, dove fermarsi per un boccone prima di intraprendere un viaggio. E lo dimostra proprio in nuovo ristorante dell’oste siciliano che tutta Milano aspettava tanto che riaprisse. 

Un nuovo inizio per Filippo La Mantia al Mercato Centrale. Si vocifera che con questo nuovo contratto non si paghi un affitto prestabilito ma una percentuale sui ricavi, è corretto? 

Non si vocifera, funziona così al Mercato Centrale. Ed è per questo motivo che ho scelto di aprire qui. Non si paga l’affitto ma si corrisponde una percentuale sul fatturato.

Trova la formula incentivante per l’apertura di nuovi ristoranti, soprattutto in questo periodo?

Certo, altrimenti non avrei scelto di aprire al Mercato. Corrispondendo una percentuale, più incasso e più pago, ma sono compresi molti altri vantaggi, per esempio, l’assistenza – anche tecnica – da parte di tutto il personale. Qui sono tutti molto disponibili.    

Come si colloca la formula La Mantia all’interno del Mercato Centrale? Possiamo dire che è la parte più gourmet e di alta ristorazione?

Gli altri artigiani gestiscono delle botteghe. Ognuno ha la sua filosofia, ovvio, ma la mia non è l’unica cucina proprio da ristorazione dell’intero complesso.

Letizia Ceriani

SHARE